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Maxi rissa Nizza-Marsiglia: aperta inchiesta, rischiano entrambi i club

La commissione disciplinare della LFP, la Lega di calcio francese, ha convocato per mercoledì i rappresentanti di Nizza e Olympique Marsiglia dopo i gravi fatti della partita di domenica sera, valida per la terza giornata di Ligue 1, all’Allianz Riviera. La maxi rissa, con conseguente invasione di campo e sospensione del match ha infatti generato una forte ondata di indignazione in tutta la Francia.

Nizza-Marsiglia, la rissa diventa guerriglia

La stampa nazionale è stata durissima nel commentare l’accaduto, bollando i fatti del derby del Sud come una delle pagine più buie della storia sportiva d’Oltralpe. Motivo per cui la Lega ha deciso di convocare entrambe le squadre, che ora rischiano una sconfitta a tavolino. Intanto, la procura di Nizza ha annunciato di aver aperto un’inchiesta per identificare i responsabili.

Ma riavvolgiamo il nastro. È domenica sera e il Nizza, squadra di casa, è in vantaggio per uno a zero grazie alla rete dell’attaccante danese Kasper Dolberg. Siamo al 72esimo minuto. Gli ospiti stanno per battere un calcio d’angolo, quando un calciatore del Marsiglia, Dimitri Payet, viene colpito alla schiena da una bottiglietta d’acqua lanciata dalla curva degli ultras nizzardi.

Il rifiuto del Marsiglia di tornare in campo

Payet reagisce e tira la bottiglietta verso i tifosi di casa. A quel punto scoppia il putiferio. Gli ultras del Nizza invadono il campo e si mettono all’inseguimento dei calciatori avversari. La maxi rissa coinvolge quindi tifosi, giocatori e perfino le due panchine e si trasforma in una sorta di guerriglia. L’arbitro si vede quindi costretto a sospendere il match per un’ora e mezza.

La Lega decide però di far riprendere la partita per motivi di sicurezza. Ma il Marsiglia – come spiega il presidente dell’OM, Pablo Longoria, a L’Équipe – decide di non ritornare in campo. Secondo i marsigliesi, infatti, non sarebbero state garantite le necessarie misure di sicurezza per staff e giocatori per poter riprendere il gioco. Così l’arbitro sospende definitivamente la gara.

Calcio e violenza, i precedenti in Francia

Quello di domenica sera, comunque, non è un episodio isolato per il calcio francese. Già alla prima giornata, infatti, il direttore di gara di Montpellier-Marsiglia aveva dovuto sospendere la partita per alcuni minuti nel finale a causa del lancio di bottigliette e altri oggetti dalla curva dei padroni di casa. E non mancano casi simili anche nel recente passato.

Ad esempio il derby tra Saint-Étienne e Lione sospeso per un’invasione di campo nel novembre 2017. In quel caso a scatenare l’ira degli ultras biancoverdi era stata l’esultanza di Nabil Fekir dopo il gol del 5-0 a cinque minuti dalla fine. L’attaccante – oggi al Betis Siviglia – dopo aver segnato si era infatti tolto la maglia mostrandola alla curva avversaria.

Forse un tentativo di emulare il fenomeno argentino Lionel Messi, che aveva esultato allo stesso modo qualche mese prima dopo un gol nel Clásico Real Madrid-Barcellona. Di certo un tentativo mal riuscito e anzi ritenuto provocatorio da alcuni tifosi, scesi in campo per ‘dare la caccia’ all’attaccante francese, poi sostituito. E quasi quattro anni dopo, in Francia la storia si ripete.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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