Red Bull, divorzio clamoroso e senza appello: la novità fa tremare i tifosi. Le prossime stagioni della Formula 1 saranno molto diverse
Quando vinci per due anni di fila il Mondiale Piloti e finalmente fai saltare anche il banco nella classifica Costruttori spodestando Mercedes significa che hai lavorato bene. Merito degli ingegneri in casa Red Bull, Adrian Hewey in testa, ma anche del motore Honda. Ecco perché il divorzio clamoroso sta movimentando il mondo della Formula 1.

Messo alle strette dalla super partenza della Ferrari in questa stagione, il propulsore giapponese ha tradito un paio di volte Max Verstappen lasciando via libera a Charles Leclerc. Dalla tarda primavera però è tornato a cantare una melodia vincente e così non c’è stato più scampo per nessuno degli avversari.
Ma ci sono scadenze da rispettare e quella del 2026, anno che segnerà una nuova rivoluzione ecologica nei propulsori delle monoposto, in Giappone è vista come data finale. In effetti il contratto parla chiaro: ci sono ancora 4 anni di collaborazione e anche il recente viaggio di Helmut Marko presso la sede della Honda non ha cambiato i fattori.
Red Bull. divorzio clamoroso e senza appello: ecco cosa sta per succedere
Il quadro è piuttosto chiaro: Honda è interessata a continuare il suo lavoro come motorista nel mondo della Formula 1 anche dopo il 2026, perché da tempo punta già alle emissioni zero sulle sue vetture. Due anni fa invece la pensava diversamente, voleva smettere e così Red Bull dopo aver trattato con altri possibili fornitori ha deciso di mettersi in proprio.
Era nata la Red Bull Powertrains Limited che dal 2026 diventerà a tutti gli effetti un motorista riconosciuto dalla FIA e potrà quindi già accedere ai bonus riservati, cioè 25 milioni di dollari in tre anni. Ovviamente saranno destinati alla progettazione e realizzazione della power unit, altrettanto ovviamente la mossa non è piaciuta a Honda.

Insieme andranno avanti ancora tre anni e questo non ci sono dubbi. Dopo però sarà divorzio, clamoroso ma non inatteso. Con una novità importante però, emersa nelle ultime ore. Come ha rivelato la testata tedesca ‘Auto Motor und Sport’ infatti Honda sta pensando di rivelare uno dei team già esistenti. Candidato numero uno l’AlphaTauri, l’ex Minardi attuale costola della Red Bull. Ma potrebbe tornare in corsa la McLaren, per un binomio storico, oppure la Aston Martin.
L’alternativa è quella di supportare una squadra tutta nuova e quindi qui torna in ballo anche il nome della Andretti Racing che nel campionato IndyCar già è motorizzata da Honda.
Formula 1, c’è spazio per un nuovo team? Il quadro per i prossimi anni è molto chiaro
La voce è stata rilanciata dal sito The-Race.com: se Honda davvero volesse entrare come costruttore in Formula 1, l’abbinamento con Andretti potrebbe essere quello decisivo. A patto però che Liberty Media, la FIA e i team accettino un nuovo competitor in pista.
Di recente Mario Andretti ha ripetuto ancora una volta che il loro è un progetto serio, supportato economicamente e che ci può essere spazio per tutti. “Il prossimo anno avremo 23 gare, c’è bisogno anche di qualche macchina in più in pista, 22 monoposto non sono troppe. Per conto mio ce ne vorrebbero anche 24. L’idea è di essere in pista nel 2024, abbiamo già contattato anche alcune persone chiave”.

La risposta di Stefano Domenicali, amministratore delegato di Liberty Media, però è netta dalle colonne de ‘La Gazzetta dello Sport’. “Per il 2024 è tecnicamente impossibile, e perché succeda in futuro devono esserci elementi di credibilità strutturale e di partnership con un grande costruttore. Andretti è quello che si è mosso alla luce del sole, ma ci sono anche altri candidati che lavorano dietro le quinte”.