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Anche in Italia è ripartito il calcio, con il fittissimo programma della Serie A che si sta sviluppando con partite quasi ogni sera. Una situazione certamente anomala, ma che il presidente del Coni Giovanni Malagò non se la sente di bocciare. Anzi.
“Non è certo il calcio, la partita, l’effetto, la scenografia, l’atmosfera e l’ambiente a cui siamo abituati. Ma sicuramente è meglio che non giocare. Per il momento bene così, perché si è dovuto fare di necessità virtù. Poi è chiaro che c’è sempre qualcosa che ci condiziona nel giudizio di queste partite. Ma nella vita bisogna anche valutare quali sono le alternative, e in quel momento non si poteva fare di meglio“. Queste le parole di Malagò, al termine della riunione della giunta, a proposito delle ripresa del campionato di calcio.
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Nel frattempo la Giunta del Coni ha approvato una norma transitoria per la procedura elettorale relativa al rinnovo delle cariche del quadriennio 2021/24. Federazioni sportive nazionali e discipline sportive associate avranno la possibilità di procedere a elezioni a partire da settembre 2020 fino alla data ultima del 17 ottobre 2021. Il presidente Malagò ha commentato: “Era un tema all’ordine del giorno. Se non ci fosse stato il Coronavirus, già ci sarebbe stato un calendario predeterminato. Non era mai successo che un’Olimpiade fosse rimandata. Questa finestra di qualche mese mette in condizione tutti di rispondere ai propri desiderata. All’atto pratico, comunque, non cambia molto“.
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Arrivano anche dichiarazioni importanti a proposito della probabile conferma per il 2021 dei Mondiali di sci di Cortina. Così Malagò: “La valutazione andava fatta su due valutazioni al ribasso. Se ci sono delle garanzie che nel 2021, in caso di problemi, ci sarà modo di garantire una copertura in parte assicurativa e in parte del governo, capisco che non c’è motivo di andare nel 2022“.
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Sulla ripresa degli sport di contatto, infine, Malagò parla chiaro: “Siamo dalla parte del ministro Spadafora. Non perché vogliamo andare contro qualcuno, ma perché si è creata una grandissima confusione. Moltissime associazioni sono disperate, perché già avevano un fermo di 4-5 mesi e ora nemmeno possono fare la pratica“.
“È anche vero che non mi occupo della parte tecnica post Coronavirus. Se il Comitato Tecnico Scientifico ha dei motivi per fare questo non possiamo che rispettarli“, ha concluso il presidente del Coni al termine della riunione della giunta.
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