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Malagò: “Vicino a De Laurentiis, qualcosa non quadra”

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Caos nel mondo del calcio dopo la positività al coronavirus del Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, presente ieri all’Assemblea di Lega. “Aurelio è un amico di famiglia, gli sono vicino e lo abbraccio. Giuro che non so niente, solo quello che ho letto ma c’è qualcosa che non mi quadra. Se è tutto quello che ho visto, mi sembra che qualcosina non abbia funzionato”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commentando la positività del patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis. Il numero uno del Coni ha anche risposto in merito alle tante positività nelle nazionali: “Se c’è stato un focolaio in un raduno o alcuni componenti che hanno frequentato certi posti, il protocollo è chiarissimo, se c’è qualcuno che ha trasgredito c’è una responsabilità di tutti i tipi“.

Malagò: “Senza pubblico non è calcio, le nostre istanze sono chiare”

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La riapertura degli stadi? Ci sono considerazioni del Cts, governatori che hanno fatto ordinanze sulla base dell’impiantistica. Quello che ha detto Gravina è condivisibile: il calcio senza pubblico non è veramente calcio. Aspettiamo con pazienza ma le nostre istanze sono chiare. Non è chiaro perché non si potevano affrontare contemporaneamente il problema delle scuole e della riapertura degli stadi“. Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della riunione di giunta.

Per quanto riguarda le tempistiche, si dovrà fare “il prima possibile. Si parla solo del calcio – ha aggiunto – ma altri sport, professionistici e non, sono davvero in grandissima difficoltà e non hanno gli introiti dei diritti tv a farla da padrone”, ha concluso.

Giovanni Malagò si è espresso anche sulla questione riguardante il ritorno del pubblico negli impianti, una delle tematiche più importanti dell’attualità sportiva italiana. Questo il suo commento: “Alcune società possono resistere più a lungo senza la presenza degli spettatori negli impianti, invece altre sono già con l’acqua alla gola. Diverse squadre, in vari sport, hanno rinunciato alla promozione acquisita sul campo e hanno deciso di ripartire da categorie inferiori o chiudere del tutto. Io rappresento lo Stato e devo adeguarmi alle indicazioni di chi governa”.

Andrea Corti

Nato a Roma nel 1978, dopo essersi dedicato al giornalismo scritto e ad aver pubblicato alcune biografie di personaggi dello sport come Zeman e Zanardi, ormai da anni è ‘sul campo’ con la telecamera in una mano e il microfono nell'altra. Dalle partite di calcio alle consultazioni per la formazione del governo, sempre con passione ed entusiasmo.

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