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Giochi Olimpici senza Italia? Perché la figuraccia è dietro l’angolo

Giochi Olimpici senza l’Italia? Purtroppo la possibilità è concreta e la figuraccia internazionale è dietro l’angolo. Secondo quanto riportato da Sport Mediaset, il Comitato Olimpico Internazionale sarebbe già pronto ad ufficializzare l’esclusione del Coni dai Giochi di Tokyo per l’irrisolta questione dell’autonomia del Coni. Il Cio avrebbe, di fatto, perso definitivamente la pazienza dopo le polemiche degli ultimi giorni e sarebbe pronto ad annunciare, già nella giornata di martedì, l’esclusione della squadra azzurra.

Una decisione senza precedenti, che porterebbe gli atleti a gareggiare solo a livello indipendente (con bandiera olimpica e senza inni nazionali), come accadrà per quelli della Bielorussia, fuori per le ingerenze dell’amministrazione Lukashenko nelle questioni sportive, e quelli della Russia, squalificata per il caso legato al ‘doping di Stato’.

Italia ai Giochi Olimpici, serve un decreto urgente per risolvere lo stallo

Il Cio contesta alla massima autorità sportiva italiana la violazione della Carta olimpica al capitolo relativo all’autonomia dai ruoli politici, a seguito della riforma dello sport approbata in Parlamento nell’estate 2019. Per il Comitato Internazionale, l’autonomia del Coni è a rischio non solo a livello finanziario, ma anche e soprattutto in quello delle competenze specifiche. Queste, secondo la Carta olimpica, devono essere senza eccezioni slegate da nomi che fanno parte del governo nazionale.

L’impressione è quella che si sia arrivati a un punto di non ritorno. A poche ore dalla decisione definitiva da parte del Cio, non basterebbe nemmeno la mediazione del presidente del Coni, Giovanni Malagò, per risolvere la situazione. Serve, anzi, un decreto urgentissimo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da firmare non oltre il pomeriggio di lunedì, per risolvere il nodo autonomie.

A rischio non c’è solo la partecipazione ai Giochi di Tokyo. Sarebbero anche bloccati, infatti, i finanziamenti del Cio al Coni e la sospensione rischierebbe di ripercuotersi anche sull’organizzazione dei Giochi invernali del 2026 a Milano-Cortina. Sarebbe una ‘mazzata’ terribile per lo sport del Bel Paese.

L’opinione dell’ex presidente del Coni, Petrucci: “Rischiamo l’umiliazione”

Intervenuto sul tema nella trasmissione Radio Anch’io Sport, su Radio 1 Rai, l’ex presidente del Coni Gianni Petrucci è stato a dir poco severo: “Non credo che il Cio abbia già deciso ma è veramente grave. Siamo alla vigilia del 27 e i casi sono due. Non c’è la volontà o non c’è l’autorità“.

“Siamo arrivati a un punto in cui il primo Comitato olimpico del mondo, con l’Italia parte del G6 come risultati sportivi, deve essere umiliato – ha aggiunto l’attuale numero uno di Federbasket -. Non è ancora stata data la completa autonomia al Coni. Non so cosa costi”.

Bandiera italiana assente solo nel 1904 e nel 1980

Avrebbe del clamoroso vedere atleti come Federica Pellegrini, Gianmarco Tamberi, Vincenzo Nibali, Gregorio Paltrinieri o le squadre (fra le altre) di pallavolo e pallanuoto competere senza il tricolore sul petto e senza la possibilità di ascoltare ‘Fratelli d’Italia’ sul gradino più alto del podio, in caso di vittoria. Sono soltanto due i precedenti in questo senso, nel 1904 e nel 1980.

Nel primo caso, le difficoltà nel raggiungere St. Louis impedirono a diverse nazioni europee, Italia compresa, di inviare atleti negli Stati Uniti. Nel secondo, invece, l’Italia partecipò parzialmente al boicottaggio da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati ai Giochi di Mosca, in contestazione con la politica estera dell’Unione Sovietica all’indomani dell’invasione dell’Afghanistan. Dopo mesi di trattative, il Coni decise di inviare un contingente ridotto di atleti, sotto bandiera olimpica e senza inni nazionali. Escludendo quelli delle squadre militari.

La speranza, adesso, è una sola: quella di riuscire a risolvere in extremis lo stallo Cio-Coni-Governo. Non c’è più tempo da perdere.

Francesco Lucivero

Giornalista pubblicista classe 1986, ho fatto esperienza in diverse redazioni locali pugliesi mettendomi alla prova con il cartaceo, la radio e il web e occupandomi di cronaca, attualità, spettacoli e sport. Dal 2018 mi sono trasferito a Milano per intraprendere con entusiasmo nuove avventure editoriali

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