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Funerali Corso, l’ultimo saluto alla leggenda della Grande Inter

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“Con l’Inter nel cuore fino all’ultimo…ciao Mariolino”. Così i tifosi nerazzurri salutano Mario Corso, leggenda della Grande Inter allenata da Helenio Herrera che conquistò il mondo del calcio degli anni ’60. Il ‘Piede sinistro di Dio’, com’era soprannominato, è scomparso lo scorso sabato a 78 anni. I funerali si sono svolti nella Basilica Sant’Ambrogio a Milano tra la commozione e gli applausi delle numerose persone intervenute. Tra i presenti, gli amministratori delegati dell’Inter Giuseppe Marotta e Alessandro Antonello, il vicepresidente Javier Zanetti, il direttore sportivo Piero Ausilio, il team manager Gabriele Oriali e il responsabile del settore giovanile Roberto Samaden. Presente anche la famiglia Moratti: l’ex presidente Massimo era particolarmente legato a Corso.

La commozione di Massimo Moratti

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Queste le parole dell’ex presidente nerazzurro, visibilmente commosso: “Ci lascia una persona unica, oltre che un campione. Un giocatore unico, fantastico, dallo stile che restava impresso. Oltre ad essere un grande calciatore, però, era anche un grande uomo, i suoi valori rappresentavano il perché tutti gli volessero bene”.

“Il dispiacere è enorme – continua Moratti –, non dimenticherò mai tutti i momenti trascorsi insieme. Era un ‘protetto’ della famiglia: non che avesse bisogno di protezione, ma lui ha sempre ricambiato l’affetto dei miei familiari. Era una persona speciale”.

Il ricordo del mondo nerazzurro

Tante le personalità legate all’Inter presenti alla cerimonia. Anche Marotta esprime un pensiero per ricordare il grande campione nerazzurro, onorando al contempo la memoria di un altro calciatore dell’epoca scomparso in questi giorni, il milanista Pierino Prati: “Corso fa parte della leggenda del calcio, è stato capace di generare sul campo emozioni che hanno esaltato gli interisti e non solo, il suo ricordo non può che essere positivo – afferma il dirigente nerazzurro –. Da calciatore è stato un esempio e lo sarà anche la sua memoria. Faceva parte di una generazione di giocatori che comprendeva anche Pierino Prati, come lui numero 11 ma in forza al Milan, capaci di creare fortissime emozioni negli anni ’60 e ’70“.

Così Beppe Bergomi, che da Corso fu allenato nella stagione 1985/86: “Era una persona speciale, timida e schiva ma allo stesso tempo con la battuta pronta. Come allenatore è stato capace anche di farmi fare cinque gol in un campionato, era capace di infondere grande fiducia. Era incredibile come sportivo, ancora di più dal lato umano. Uno come lui avrebbe fatto la differenza anche nel calcio di oggi”.

Commosso anche uno dei simboli recenti dell’Inter, l’ex difensore Ivan Cordoba: “Era sempre vicino all’ambiente, ricordava ai calciatori cosa significasse indossare la maglia dell’Inter, lo ricordo con immenso affetto. Non mi sembra vero che ci abbia lasciato”.

Tanti i tifosi presenti alla cerimonia. Tra questi il comico e conduttore tv Enrico Bertolino, storico sostenitore nerazzurro: “Ho perso un amico, ci trovavamo bene insieme – ha detto -. Era un grandissimo calciatore, uno degli eroi di mio padre, eppure lo ricordo ancor più come grandissimo uomo”.

Antonio Lopopolo

Videogiornalista sul campo. Seguo eventi di vario genere, dalla politica alla cronaca, fino all'economia e allo sport. Diplomato al master in giornalismo dell'università Iulm, precedentemente a Corriere della Sera e Sky Sport. Prima di trasferirmi a Milano ho collaborato per tre anni per Bisceglie24, testata giornalistica pugliese.

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