Alzi la mano chi si è imbattuto in un programma tv dedicato al calcio, negli ultimi tempi, in cui non abbia sentito almeno una volta l’espressione “Corto muso”. Probabilmente le braccia dei lettori appassionati di pallone saranno tutte giù perché la locuzione, introdotta nel contesto sportivo italiano nel 2019 da Massimiliano Allegri in una storica conferenza stampa, è così radicata nella cultura sportiva italiana da essere interpretata alla stregua di una filosofia di vita. Tanto da meritare, che la si condivida o no, persino un posto nell’Enciclopedia Treccani.
Sì, perché gli autori della più nota enciclopedia in lingua italiana hanno deciso, come confermato dai canali social della stessa Treccani, di introdurre l’espressione “Corto muso” tra le proprie voci, nella categoria dei Neologismi.
L’espressione “corto muso” nasce nel mondo dell’ippica ma è grazie a Massimiliano Allegri, allenatore della @juventusfc, che è diventata un modo di dire da un paio d’anni. Per approfondire storia e significato della locuzione, un clic qui: https://t.co/0KCBqwbC93 pic.twitter.com/urKGzXGIQt
— Treccani (@Treccani) November 13, 2021
“Corto muso”, dove nasce l’espressione resa famosa da Max Allegri
L’espressione, in realtà, nasce nel mondo dell’ippica, disciplina di cui lo stesso Max Allegri è estimatore. Secondo la stessa Treccani, indica, “Nelle gare ippiche su pista, minimo distacco, corrispondente al muso del cavallo, con cui si può battere il concorrente che segue”. Nel calcio indica, similmente, un successo risicato, ottenuto magari senza brillare. Che però, sul piano dei punti in classifica, vale tanto quanto una goleada.
Allegri utilizzò per la prima volta la locuzione nell’aprile del 2019, in piena lotta per la vittoria del campionato contro il Napoli. Lo fece dopo una sconfitta inattesa (1-2) sul campo della Spal. “Te ne intendi di ippica? – disse Allegri a un cronista in sala – Nelle corse dei cavalli basta mettere il musetto davanti. Non serve vincere di tanto. È il corto-muso“.
Un’espressione detestata dagli amanti del “bel gioco”
Il tecnico voleva spiegare in tale circostanza che, per battere il Napoli, sarebbe semplicemente bastato arrivargli un punto davanti. Alla fine, in realtà, il “Corto muso” non servì, e la Juve conquistò lo scudetto con 11 punti di vantaggio sui partenopei, crollati nelle ultime partite.
Utilizzata anche da altri allenatori e opinionisti nei due anni da “disoccupato” di Allegri, l’espressione “Corto muso” è tornata prepotentemente d’attualità quando lo stesso tecnico livornese è tornato ad allenare la Juventus. E di vittorie di “Corto muso” ne ha ottenute diverse, l’ultima delle quali, al momento in cui scriviamo, lo scorso 6 novembre contro la Fiorentina, per 1-0, al 91′. Facendo di nuovo infervorare gli amanti del “bel gioco”, che detestano senza mezzi termini la filisofia del “Corto muso”. Ma dimostrando ancora una volta che spesso basta davvero poco per fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.