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Coronavirus, nuove date Giro d’Italia: “Compromesso accettabile”

Dopo la conferma del nuovo calendario del ciclismo internazionale, al momento fermo per l’emergenza coronavirus, e lo spostamento del Giro d’Italia dal 3 al 25 ottobre, traspare soddisfazione dai responsabili di Rcs Sport, organizzatori della Corsa Rosa. “Penso che sia un ottimo esercizio di equilibrismo in cui con tutti gli stakeholder del ciclismo, dall’Uci alle squadre ai comitati organizzatori, siamo riusciti a ottenere un compromesso accettabile per comprimere un calendario di sei-sette mesi in due mesi e mezzo” ha dichiarato Paolo Bellino, amministratore delegato di Rcs Sport.

Sovrapposizioni inevitabili

Il calendario compresso costringerà a inevitabili sovrapposizioni, come quella tra le ultime tappe del Giro d’Italia e le prime della Vuelta a España. “Avevamo fatto delle proposte alternative per evitare sovrapposizioni in alcune gare ma le nostre proposte non sono state recepite – ha confermato Bellino –. Siamo comunque soddisfatti perché tante corse sono rientrate in calendario e il Giro d’Italia si correrà in un periodo abbastanza interessante. Abbiamo ovviamente dei grandi punti aperti su quella che sarà la ripartenza delle prossime gare. Il Tour? Aveva la possibilità di organizzarsi per tempo per partire a settembre, comunque rappresenta una vetrina importante per il ciclismo a livello mondiale. Il resto del calendario è venuto di conseguenza, considerando che c’erano una serie di limiti come i Campionati nazionali del 22-23 agosto e i Mondiali dal 20 al 27 settembre”.

Giro d’Italia a porte chiuse?

Il dirigente di Rcs Sport si dice consapevole della possibilità di correre un evento, che solitamente attrae migliaia di appassionati e curiosi durante il tragitto, a porte chiuse: “Vedo il bicchiere mezzo pieno. Stiamo lavorando alacremente non solo sull’aspetto tecnico ma anche sulla sicurezza, cercando di simulare diverse opportunità. Potrebbe essere un bel momento di ripartenza del Paese, anche dal punto di vista dell’immagine. Porte chiuse? Complicato ma possibile, se non ci fossero alternative. Organizzare un evento del genere in un momento difficile è comunque una bella sfida per il Paese”.

Andrea Corti

Nato a Roma nel 1978, dopo essersi dedicato al giornalismo scritto e ad aver pubblicato alcune biografie di personaggi dello sport come Zeman e Zanardi, ormai da anni è ‘sul campo’ con la telecamera in una mano e il microfono nell'altra. Dalle partite di calcio alle consultazioni per la formazione del governo, sempre con passione ed entusiasmo.

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