Prima Achraf Hakimi e Romelu Lukaku dall’Inter. Poi Rodrigo De Paul dall’Udinese, Gianluigi Donnarumma dal Milan e Cristian Romero dall’Atalanta. E ora pure Cristiano Ronaldo, in uscita dalla Juventus e destinato ad approdare alla corte di Pep Guardiola con la maglia del Manchester City. La Serie A esce fortemente ridimensionata dall’ultima finestra di calciomercato estivo.
La situazione che si è creata, però, è alquanto paradossale. Nel campionato italiano, infatti, si rimpolpa la schiera dei top allenatori; mentre perde pezzi quella dei campioni in campo. Basti pensare al ritorno di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera, sulla quale ha vinto ben 11 trofei nel suo primo ciclo a Torino.
Panchina su cui non si siederà più CR7, che proprio questa mattina ha lasciato il campo d’allenamento della Continassa e ha svuotato l’armadietto in vista della sua imminente partenza. Certo, Allegri potrà comunque contare su un gruppo giovane e di talento, in mezzo al quale spiccano Paulo Dybala, Federico Chiesa e Manuel Locatelli. Anche se sarà davvero complicato non rimpiangere i gol dell’asso portoghese.
C’è poi Simone Inzaghi, reduce da annate di ottimi risultati con la Lazio, ora approdato nella Milano nerazzurra. Il suo arrivo all’Inter è diretta conseguenza dell’addio di Antonio Conte e delle scelte societarie della dirigenza. Scelte che hanno comportato la perdita di due top player come il belga Lukaku e l’imprendibile esterno marocchino Hakimi. Dal mercato sono arrivati dei calciatori di talento – Edin Dzeko, Joaquín Correa e Hakan Calhanoglu –, ma manca una vera e propria stella.
Altri due allenatori di primo piano siedono invece sulle panchine dei due club della Capitale in Serie A. Si tratta di José Mourinho (vincitore di due Champions League e due Coppe Uefa/Europa League) alla Roma e di Maurizio Sarri (un’Europa League in bacheca) alla Lazio. Per entrambe le squadre il tasso tecnico è elevato, ma anche in questo caso mancano i big.
Non dimentichiamoci poi dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini, ormai frequentatori abituali del salotto calcistico più prestigioso d’Europa. A confermare la caratura internazionale del Gasp è la candidatura come allenatore dell’anno, nel 2020, con Hans-Dieter Flick e Jürgen Klopp ai Globe Soccer Awards.
Quest’anno, invece, in finale ci è arrivato il ct italiano Roberto Mancini, reduce dal trionfo a Euro 2020. Ed è proprio l’Italia di Mancini l’emblema del nostro campionato. Gli Azzurri sono infatti riusciti a trionfare agli Europei senza una vera e propria stella, eccezion fatta per Jorginho, miglior calciatore della scorsa stagione per l’Uefa. La forza dell’Italia è stata nel gruppo, unito, affiatato e coeso. Il segreto è tutto lì. Che sia lo stesso anche per la Serie A?
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