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Addio ad Aldo Moser: padre di una dinastia di campioni del ciclismo

È morto a 86 anni Aldo Moser, il più anziano di una dinastia che ha fatto la storia del ciclismo italiano. Era stato ricoverato in ospedale a Trento, colpito dal Covid, che ora se l’è portato via. Nato a Giovo il 7 febbraio 1934, fratello maggiore di Enzo, Diego e Francesco, Aldo Moser aveva corso con Fausto Coppi e partecipato a 16 edizioni del Giro d’Italia, ottenendo come miglior piazzamento un quinto posto e indossano per due volte, a distanza di 13 anni, la maglia rosa.

Passista, specialista delle cronometro, vinse la Coppa Agostoni nel 1954, il GP Industria e Commercio di Prato nel 1955 e due edizioni del Trofeo Baracchi nel 1958 e 1959. E poi anche il GP des Nations nel 1959, la Manica-Oceano 1960 e la Coppa Bernocchi nel 1963, dopo 70 km di fuga solitaria.

Nel Dopoguerra, dopo essere diventato professionista nel 1954, Aldo Moser ha vestito la maglia azzurra per quattro volte ai Mondiali. A Frascati nel 1955, poi Waregem nel 1957, a Reims l’anno successivo e a Mendrisio nel 1971. Si ritirò a 39 anni, chiudendo una carriera assai longeva per una frattura a un ginocchio. Con la maglia della Filotex, nel 1973, è riuscito a correre con i suoi tre fratelli professionisti: un record.

Quel Giro d’Italia del 1956 che fece diventare ‘iconico’ Aldo Moser

Ha disputato 16 edizioni del Giro d’Italia e il migliore risultato per lui è stato il quinto posto nel 1956. Ha indossato per due volte la maglia rosa: la prima volta il 21 maggio 1958 a Superga, la seconda 13 anni più tardi a San Vincenzo.

Durante una massacrante tappa del Giro d’Italia, la Merano-Bondone, l’8 giugno 1956, lungo i 242 chilometri, iniziò una tormenta di neve che investì il gruppo mentre risaliva lo Stelvio. Aldo Moser, che alla partenza era terzo, fu immortalato mentre scavalcava un ‘muro’ di neve con la sua bicicletta portata a braccia. Fu una foto davvero iconica del ciclismo di quegli anni: su 86 partenti, dopo la tempesta e quattro sterrati, solo 45 arrivarono al traguardo.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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