60 anni fa la vittoria di Abebe Bikila:
la storica maratona senza scarpe

Alle Olimpiadi di Roma 1960 l’atleta etiope si aggiudicò i 42 chilometri, stabilendo un nuovo record e correndo a piedi nudi per via di alcune vesciche: era il 10 settembre di sei decenni esatti fa

60 anni fa la vittoria di Abebe Bikila: la storica maratona senza scarpe
60 anni fa la vittoria di Abebe Bikila: la storica maratona senza scarpe
newsby Lorenzo Grossi10 Settembre 2020

Abebe Bikila fu il primo atleta africano a vincere una medaglia olimpica. E che medaglia. Originariamente non doveva nemmeno fare parte della nazionale etiope che avrebbe partecipato alle Olimpiadi di Roma del 1960. Eppure passò alla storia per avere vinto la maratona olimpica stabilendo un nuovo record, ma soprattutto per averlo fatto correndo scalzo. Il 10 settembre di 60 anni fa, il trionfo di Bikila venne visto come un’impresa, anche perché era un atleta praticamente sconosciuto, che si allenava da soli quattro anni, alla sua terza gara in carriera.

Gli inizi da atleta, quasi casualmente, di Abebe Bikila

Venne infatti notato ad Addis Abeba a metà degli anni ’50 da Onni Niskaen, un allenatore svedese che era stato incaricato della preparazione atletica dei militari della Guardia Imperiale, dove suo padre si era arruolato. Abebe Bikila fu convocato dalla nazionale etiope pochi giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi di Roma in sostituzione dell’atleta Wami Biratu, che si era infortunato durante una partita di calcio. Nonostante si allenasse a livello professionistico da soli quattro anni, nel luglio del 1960 Bikila aveva vinto la sua prima maratona, quella di Addis Abeba. Corse la maratona olimpica del 10 settembre 1960 con la maglia verde, uno dei colori della bandiera dell’Etiopia, e il numero 11. Tra i 69 partecipanti, il favorito per la vittoria era il sovietico Sergej Popov, che aveva vinto la maratona ai Campionati Europei del 1958 e fino a quel momento deteneva il record mondiale di velocità.

Bikila scelse di correre a piedi nudi perché le scarpe che gli aveva fornito lo sponsor (l’Adidas) erano scomode e gli avevano causato delle vesciche. Dopo i primi dieci chilometri, Bikila staccò il resto della corsa con altri tre atleti; a metà gara iniziò un testa a testa con il marocchino Rhadi Ben Abdesselem, che alla fine arrivò secondo. Bikila stabilì il nuovo record mondiale di 2 ore, 15 minuti e 16 secondi e il favorito, Popov, arrivò quinto. Intervistato alla fine della gara, Bikila disse di volere “far sapere al mondo” che il suo paese, l’Etiopia, “aveva sempre vinto con determinazione ed eroismo”.

Il suo ricordo a decenni di distanza

La sua vittoria alle Olimpiadi di Roma venne vista come un’impresa sia perché corse scalzo, ma soprattutto perché quella di Roma era la sua terza maratona. Al ritorno in Etiopia, Bikila venne accolto come un eroe: la Guardia Imperiale lo promosse al ruolo di caporale, in più gli assegnò una casa e un Maggiolino della Wolksvagen con autista privato: Bikila, infatti, non sapeva guidare. Morì nel 1973 per un’emorragia cerebrale: al suo funerale parteciparono oltre 75mila persone, tra cui la famiglia dell’imperatore. La sedicesima edizione della Maratona di Roma del marzo 2010, che era stata dedicata proprio ai cinquant’anni dalla vittoria di Abebe Bikila, fu vinta da un altro atleta etiope, Siraj Gena. Per rendere omaggio a Bikila, Gena si tolse le scarpe per correre le ultime centinaia di metri e tagliò il traguardo scalzo.

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