“Il paradiso delle Signore” è oggi una delle soap più seguite in Tv, non tutti sanno che trae ispirazione da un libro realizzato da Emile Zolà. Scopriamo meglio similitudini e differenze.
Non è semplice trovare un prodotto televisivo di qualità, che sappia catturare l’interesse di una buona fetta del pubblico televisivo e durare nel tempo. Se questo accade, non si può che approfittare della situazione e farlo diventare un titolo dalla lunga serialità, anche se i piani inizialmente erano differenti.
Questo è quello che è accaduto con “Il Paradiso delle signore”, che inizalmente era una fiction in onda su Raiuno in prima serata (per due stagioni) per poi trasformarsi in una vera e propria soap opera, l’unica prodotta in Italia insieme a “Un posto al sole”. La Tv di Stato sembra averne capite le potenzialità e la sta valorizzando il più possibile, cosa che dopo un po’ di anni non è più riuscita a fare Mediaset con “Vivere” e “Cento vetrine”, che si sono concluse da tempo.
“Il Paradiso delle signore”: il libro che ha ispirato la storia
Molti dei film e delle serie Tv che appassionano il pubblico sono tratti da uno o più libri che ha fatto da fonte di ispirazione per gli sceneggiatori nonostante qualche piccola modifica in corso d’opera. Basti pensare alla fiction “L’allieva”, di cui possiamo vedere in replica la domenica sera su Raiuno la terza e ultima stagione, ma anche a un titolo insospettabile per molti, “Il Paradiso delle Signore“.
La soap è diventata un appuntamento imperdibile per tantissimi telespettatori che sono davanti al piccolo schermo nel corso del pomeriggio, pronti ad appassionarsi alle vicende dei protagonisti. Un testo con titolo analogo e storia simile lo aveva scritto Emile Zola, padre del naturalismo francese.
Pur essendo uscito a fine ‘800, ci sono diversi tratti in comune con la storia televisiva (a breve torneranno le puntate inedite). Il libro ha per protagonista Denise, una giovane, che proviene da un contesto rurale da cui desidera distaccarsi e che per questo deciderà di trasferirsi a Parigi, sperando di migliorare le sue condizioni. È quello che abbiamo visto anche nella fiction quando era in onda in prima serata e a vestire i panni della protagonista, che aveva il nome di Teresa Iorio, era Giusy Buscemi.

Sia sfogliando le pagine sia osservando le varie puntate le emozioni sono assicurate ed è da sempre questo uno dei punti di forza della narrazione.
Una ragazza e il suo sogno da realizzare
Tra i punti di forza del romanzo “Il paradiso delle signore”, che lo rendono adatto anche oggi, c’è la capacità di trattare temi che risultano essere più che attuali. L’ambientazione è la stessa della serie Tv, in un centro commerciale, ma a Milano e non a Parigi così come le due protagoniste Denise/Teresa, che risultano essere desiderose di migliorare la propria situazione e di dimostrare che anche le donne possono crearsi una loro indipendenza.
In entrambi i casi si capisce come i centri commerciali rappresentino il futuro della nostra economia, a discapito però delle piccole realtà.
Nel libro un ruolo determinante lo ha il cinico e spregiudicato Octave Mouret, che finisce per invaghirsi di Denise, al punto tale da avere una vera ossessione per lei, che sembra avere ben altre intenzioni. La fiction invece è ambientata a Milano e vede Teresa innamorarsi di quello che poi diventerà il suo capo, il proprietario del negozio dove lei trova lavoro, Pietro Mori, anche se da tempo la ragazza è uscita di scena (la Buscemi ha lasciato la serie quando è diventata quotidiana).