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SPETTACOLO

I Camillas, Zagor non ce l’ha fatta: ucciso dal Coronavirus a 46 anni

Mirko Bertuccioli era noto come Zagor Camillas. Da anni il suo compito nel mondo era quello di far musica facendo ridere, e viceversa. Un compito che dal 2015 era divenuto noto su larga scala, grazie alla partecipazione a “Italia’s Got Talent” insieme all’inseparabile Ruben Camillas, al secolo Valerio “Toto” Ondadei. Erano per tutti I Camillas.

Zagor però da settimane stava lottando contro un male tanto invisibile quanto spietato: il Coronavirus. Mirko, 46 anni, già dall’inizio di marzo era divenuto uno dei casi più gravi di contagio in tutta Italia. Era in ricovero nel reparto di terapia intensiva all’ospedale San Salvatore di Pesaro. Una situazione già drammatica, che negli ultimi giorni è andata progressivamente peggiorando. Fino all’esito peggiore: Zagor non ce l’ha fatta, ed è morto il 14 aprile.

Il boom de I Camillas

Duo musicale indipendente, dal sound essenziale e testi caratterizzati da una fortissima vena surreale, I Camillas lavoravano insieme dal 2004. Ma amavano far risalire la loro nascita al lontano 1964, un elemento che sin da subito permetteva di capire il loro approccio stralunato all’arte: “Per 40 anni non producono niente. Ma nel 2004 succede qualcosa di straordinario, il rock’n’roll li vuole e loro accettano!”.

La fortuna arrivò con l’album “Le politiche del prato” del 2009, da cui vengono estratti “Bisonte” e “Il gioco della palla”. Sono i due brani con cui arriveranno in finale a “Italia’s Got Talent”, e il secondo sarà adottato anche dalla Gialappa’s Band come sigla per “Rai dire Nazionale”. Una selezione che permette loro di prendere in qualche modo parte ai Mondiali di calcio 2018, quelli che vanno in scena in Russia senza Italia. E ai quali, in qualche modo, sono loro a rappresentare il Paese.

L’ultimo saluto di Zagor

Sono sempre lì a dire e fare e cantare e rovesciarvi e sorridervi”, è l’ultimo saluto di Zagor dalla pagina Facebook de I Camillas. E Mirko Bertuccioli lascia il mondo con un’ultima immagine, che lo ricorda come si è voluto far conoscere da tutti: con un grande sorriso.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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