SPETTACOLO

Claudio Sorrentino è morto: fu voce di Mel Gibson e John Travolta

Siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi per avere l’occasione, solo un’altra occasione, di tornare qui sul campo? Ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita! Ma non ci toglieranno mai la libertà!“. Oppure: “E sai come chiamano un quarto di libbra con formaggio a Parigi?“. O ancora: “Se fallisci tu, ci penso io. Se fallisco io, ci pensi tu“. Frasi che hanno fatto la storia del cinema e che avevano un filo conduttore: la voce di Claudio Sorrentino. Che si è spento a 75 anni, il 16 febbraio nella sua Roma, ucciso da complicazioni legate al COVID-19. I funerali, spiega l’Ansa, avverranno in forma strettamente privata.

Claudio Sorrentino: monologhi e battute immortali

Versatile, talentuoso e poliedrico, Claudio Sorrentino era un attore a tutto tondo, passato però alla storia dello spettacolo italiano per la sua inconfondibile voce. La caratterizzazione più famosa resta quella roca e profondamente malinconica con la quale ha dato vita alla versione italiana di alcune scintillanti stelle di Hollywood nei loro ruoli di belli e dannati, personaggi perduti o eroi rivoluzionari del cinema.

Era infatti di Claudio Sorrentino la voce di William Wallace, il rivoluzionario eroe scozzese di ‘Braveheart – Cuore impavido‘. Ma anche quella di Martin Riggs, poliziotto con qualche paura e moltissime macchie nella saga di ‘Arma letale‘. Un po’ come l’amatissimo John McClane di Bruce Willis, che negli ultimi tre capitoli di ‘Die Hard‘ condivideva con Mel Gibson la sua tipica voce italiana.

La voce di John Travolta: decenni di evoluzione parallela

Ma forse l’attore che più aiuta a evocare il timbro di Claudio Sorrentino è John Travolta, in un lungo sodalizio iniziato con ‘Grease‘ e ‘La febbre del sabato sera‘ e proseguito con i vari ‘Pulp Fiction‘ o ‘Get Shorty‘, in cui il doppiatore contribuì allo spessore di personaggi tanto carismatici quando problematici. Per non parlare di ‘Una canzone per Bobby Long‘, in cui entrambi diedero vita a una prestazione di sublime (e voluta) decadenza ingiustamente dimenticata da critica e grande pubblico.

Non solo doppiatore: la carriera di Claudio Sorrentino

Ma Claudio Sorrentino fu anche molto altro, sin dagli esordi come attore bambino ad appena sei anni. Formatosi soprattutto a teatro, seppe dire la sua anche in televisione conducendo nel 1979 “È permesso?” su Rai1 (la versione estiva di “Domenica in“) o “Tandem” sui Rai2 negli anni ’80 (con lui l’indimenticato Fabrizio Frizzi). Voce nota anche al pubblico della radio, la sua incredibile poliedricità lo rese a lungo anche il doppiatore di Topolino nei cartoni Disney. Che quindi, sì, aveva la stessa voce di Bruce Willis e Mel Gibson.

Era quella di Claudio Sorrentino, un’altra delle stelle che abbiamo amato per anni pur senza conoscerne bene il volto. Ma che con la sua voce ci ha accompagnato per decenni, divenendo eterno. Anche ora che non c’è più.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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