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Colombia, l’addio agli ippopotami di Pablo Escobar costerà caro

Passato alla storia come uno dei narcotrafficanti più famosi di sempre, Pablo Escobar è noto ancora oggi anche per i suoi ippopotami, presenti da decenni nell’Hacienda Nápoles (oggi un parco tematico).

È, infatti, in questo ranch nella località di Doradal che Escobar acquistò quattro esemplari di ippopotami negli anni Ottanta ed è sempre qui che sono rimasti, moltiplicandosi anno dopo anno.

Una situazione diventata insostenibile per il Governo colombiano, il quale ha allora deciso di liberarsi di questi animali, senza ricorrere però al loro abbattimento.

Troppi ippopotami

Costruita nella valle del fiume Magdalena, l’Hacienda Nápoles è famosa per essere stato il quartier generale del Cartello di Medellin e, in particolar modo, del suo leader: Pablo Escobar.

Questo luogo della Colombia è però famoso anche per i suoi ippopotami.

È qui, infatti, che ancora oggi si trovano i discendenti dei primi quattro esemplari che il narcotrafficante acquistò illegalmente negli Stati Uniti sul finire degli anni Ottanta, come sfizio personale.

Attualmente, il numero di ippopotami contati in quest’area è di 130 esemplari. Un’enormità per il luogo, nonché un grande motivo di preoccupazione per il Governo colombiano.

Riprodottisi a dismisura e senza controllo nel corso degli anni, questi animali rappresentano, infatti, una grave minaccia per l’ecosistema dell’area interessata e, per questo motivo, il Governo colombiano ha deciso di liberarsene.

Se nulla dovesse essere fatto, si stima che si potrebbe arrivare a toccare addirittura quota 1.400 ippopotami nel 2035. Un risultato che la Colombia non vuole assolutamente raggiungere.

Foto | Pexels @FollowAlice

In viaggio verso Messico e India

Gli “ippopotami di Escobar”, come sono stati rinominati negli anni, si nutrono circa di 40 chili di vegetali ogni giorno, risultando, dunque, estremamente invasivi per la natura.

I loro escrementi stanno, infatti, inquinando l’acqua del fiume Magdalena, uccidendo diversi pesci, e i loro attacchi all’uomo sono sempre più frequenti.

Chi abita in quest’area di Antioquia incontra spesso gli esemplari di ippopotamo, rischiando scontri e incidenti.

Per questo, il Governo colombiano ha deciso di lasciar partire qualche decina di questi animali, che verranno accolti da altri Stati.

Sopprimere o castrare gli ippopotami sono due soluzioni socialmente non accettate da parte della popolazione colombiana e, dunque, al Governo non resta che la possibilità di spedirli altrove.

Ecco, allora, che 10 esemplari saranno destinati alla riserva di Ostok, in Messico, mentre altri 60 finiranno in India (in un luogo, per ora, non meglio definito).

Una grande operazione che, stando ai dati raccolti dall’agenzia France Presse, dovrebbe costare alla Colombia circa 3,5 milioni di dollari.

Foto | Pexels @AdriaanGreyling

Una scelta inevitabile

Definiti i dettagli dell’operazione, il Governo colombiano ora dovrà riuscire a riunire questi settanta ippopotami in particolari casse per il loro trasporto. Un lavoro per nulla semplice.

Tutto ciò sembra, però, destinato a non bastare.

Secondo alcuni studi condotti negli anni da alcuni professionisti, per azzerare la popolazione degli “ippopotami di Escobar” entro il 2033 sarebbe necessario spedire altrove almeno 30 esemplari ogni anno.

La velocità con la quale questi animali si riproducono è, infatti, altissima e ciò non permette alcuna perdita di tempo.

Nemmeno la castrazione o la soppressione di alcuni esemplari risolverebbe la situazione una volta per tutte, tenendo ben presente anche che queste due pratiche non sono per nulla ben viste da alcuni cittadini della Colombia.

Quando nel 2009 un esemplare di ippopotamo fu abbattuto, la sua uccisione suscitò l’indignazione di molte persone, spingendo il Governo colombiano a non ripetere la pratica.

Tanti problemi e poche soluzioni, dunque.

La Colombia, intanto, spera che questa nuova collaborazione con Messico e India possa portare quantomeno qualche beneficio.

Marco Garghentino

Brianzolo dal 1996, ho sempre pensato che la comunicazione sia la principale arte che l’uomo ha sviluppato nei secoli. Amo lo sport, conoscere il Mondo ed essere informato. Ogni vita ha una storia e spesso vale la pena raccontarla.

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