Sopravvissuto in Val Badia sotto una valanga per quasi 20 ore: cos’è l’effetto igloo
Così si è salvato il 54enne. Dentro a un igloo, in generale, non fa freddo. È un fenomeno molto strano, ma solo apparentemente

Foto Instagram | @carlucciosartori
È stato quasi 20 ore immerso nella neve, ma è sopravvissuto Carluccio Sartori (ora ricoverato in gravi condizioni), scialpinista di Villanova Marchesana, in provincia di Rovigo, che nel pomeriggio di giovedì 26 gennaio è rimasto bloccato per moltissimo tempo sotto una slavina sull’Alpe di Fanes in Val Badia. La neve non la ha ricoperto totalmente: solo un braccio è rimasto fuori dalla superficie. Parzialmente sepolto, dunque, Sartori non ha potuto far altro che sperare nei soccorritori e nel dispositivo Arva che aveva con sé. In sostanza, Sartori si trovava in una sorta di camera strettissima tra grossi cubi di neve che erano “duri come il cemento”. Questo gli ha consentito di respirare, mentre grazie “all’effetto igloo” il 54enne è sopravvissuto nonostante le temperature rigidissime della notte.

L’effetto Igloo
Cos’è l’effetto Igloo che salvato lo scialpinista? Dentro a un igloo, in generale, non fa freddo. È un fenomeno molto strano, ma solo apparentemente. Quando si pensa al ghiaccio, non si può non pensare a qualcosa di freddo e ostile ed è un po’ inimmaginabile che si possa vivere dentro una casa di ghiaccio. Invece, gli igloo – le tipiche casette di ghiaccio del Polo Nord – non sono fredde per niente. Sono casette a cupola fatte di mattoni di ghiaccio e ancora oggi sono la principale costruzione degli Inuit, gli abitanti del Polo Nord. Questi speciali mattoni di neve contengono aria ed è proprio l’aria a creare una barriera termica che impedisce al calore di disperdersi all’esterno. Si scalda attraverso il calore corporeo. Non solo. Se all’interno degli igloo si accende un fuoco, la casa non si scioglie. Infatti, gli igloo sono formati da due elementi che hanno una capacità termica diversa: il ghiaccio dei mattoni e l’aria. E l’aria calda del fuoco, quando arriva alle pareti di ghiaccio si raffredda velocemente impedendo ai mattoni di sciogliersi.

La tragedia di Rigopiano
Furono sei le persone ritrovate vive nella tragedia di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio 2017. Per trovarli, i soccorritori le provarono tutte: urlarono, sguinzagliarono i cani, senza però ricevere risposte. Si salvarono anche loro grazie all’effetto igloo: la neve, appunto, aiuta a mantenere un ambiente relativamente caldo, a patto di creare una “sacca d’aria”. “In passato abbiamo salvato persone vittime di una slavina senza macerie, che erano all’interno di una sacca e vi erano rimasti per tre ore”, dissero i soccorritori. La neve, infatti, ha un grande potere isolante. Agisce come se fosse un maglione: i vestiti riscaldano perché creano un’intercapedine di aria calda attorno al nostro corpo, impedendo alla pelle di sentire il contatto con l’aria fredda.