La Russia torna sulla Luna dopo 47 anni: stanotte al via la nuova missione

Attraverso la missione Luna-25, la Russia proverà a tornare sul satellite a 47 anni di distanza dall’ultima volta. La partenza è programmata per la notte italiana e porterà un lander ad atterrare nella regione del polo Sud

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Newsby Marco Garghentino 10 Agosto 2023

È solo questione di ore e poi la Russia darà ufficialmente il via alla missione Luna-25, con l’obiettivo di tornare sul suolo lunare a 47 anni di distanza dall’ultima volta.

Un progetto che lo Stato di Mosca porterà avanti in solitaria, dopo che l’iniziale collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea è stata interrotta a seguito dell’invasione dell’Ucraina.

Il lander russo partirà dalla Terra nella notte italiana e il suo arrivo a destinazione è previsto dopo qualche giorno di volo, quando proverà a realizzare il primo allunaggio nella regione del polo Sud della Luna, famosa per essere particolarmente ricca di ghiaccio.

La Russia sulla Luna: stanotte la partenza

Saranno circa le ore 01:10 della notte italiana tra giovedì 10 e venerdì 11 agosto quando la Russia farà decollare il razzo Soyuz 2.1b dalla rampa di lancio del Sito 1S del Cosmodromo di Vostochny, nell’Amur Oblast.

Si tratta di un lander da 800 chilogrammi di peso e che a bordo trasporterà la sonda lunare Luna-25, la quale, una volta giunta sul suolo lunare, avrà poi il compito di raccogliere dati e materiali utili a sostegno della ricerca scientifica russa.

Missione lunare della Russia
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Nello specifico, la missione Luna-25 sarà la prima del programma Luna-Glob, istituito in linea di continuità con il vecchio programma Luna risalente agli anni Settanta del Novecento.

La Russia punta così a tornare sulla superficie lunare dopo 47 anni e, di fatto, con una nuova bandiera, visto che l’ultima volta c’era ancora l’Unione Sovietica.

In totale, questa sarà quindi la quarta missione russo/sovietica con lo scopo di collezionare campioni di suolo lunare, come già avvenuto nel corso delle missioni Luna-16, Luna-20 e Luna-24.

Lo scopo di Luna-25 è quello di lanciare una sonda automatica, la cui parte orbitale potrà svolgere ricerche a distanza e selezionare le aree più idonee per la discesa successiva dei veicoli.

Il lander esplorerà la superficie della regione del polo Sud, dove è in programma anche una perforazione di circa due metri, alla ricerca di acqua.

Diversi gli strumenti scientifici presenti a bordo della navicella, per un totale circa di 30kg di strumentazione.

“Questa missione prevede l’atterraggio al polo Sud. Nessuno al Mondo lo ha mai fatto prima. La probabilità di completare con successo una missione come questa è di circa il 70%”.

Aveva dichiarato lo scorso mese di giugno Yuri Borisov, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos.

Parole che evidenziano come la buona riuscita della nuova missione progettata dalla Russia non sia affatto scontata, viste le numerose difficoltà che il lander potrebbe trovarsi ad affrontare fin dal suo arrivo sulla Luna.

Qualora tutto dovesse, però, andare come previsto, la missione operativa vera e propria terrà impegnati i russi per circa un anno.

Un lasso di tempo durante il quale otto strumenti scientifici diversi verranno utilizzati per compiere studi di vario genere sulla superficie lunare, da quello riguardante la regolite lunare (il suolo della Luna, ndr) alle polveri e al plasma che compongono l’esosfera del satellite terrestre.

Risposta agli USA?

La missione Luna-25 può essere letta in un certo qual modo anche come una risposta diretta da parte della Russia agli eterni rivali: gli Stati Uniti d’America.

La NASA ha, infatti, già ufficializzato nei mesi scorsi il viaggio che porterà un proprio equipaggio a ruotare intorno alla Luna nel novembre del 2024.

Si tratta della missione Artemis II, la quale riporterà di fatto gli USA sulla Luna a distanza di oltre 50 anni dall’ultima missione Apollo, risalente al 1972.

Bandiera della Russia
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A quattro anni dopo, ovvero per essere precisi al 22 agosto 1976, risale invece l’ultima missione russa: la già citata Luna-24 (nel corso della quale vennero riportati sulla Terra circa 170 grammi di suolo lunare, ndr).

Capitolo finale, fino ad ora, di un progetto avviato dall’Unione Sovietica nel 1959 e che ha portato poi al lancio di 24 missioni differenti, 15 delle quali concluse con successo.

Ecco, allora, che Luna-25 potrebbe essere considerata la prima vera missione lunare russa e non più sovietica, tanto che uno degli obiettivi per la Russia sarà quello di dimostrare al Mondo che anche Mosca è in grado di far atterrare in proprio lander su un altro corpo del sistema solare.

Una sorta di test utile a provare la validità del proprio programma lunare agli occhi di tutto il Globo, ma anche un primo passo all’interno di un progetto molto più ampio.

Come detto, il lander russo atterrerà in prossimità del polo Sud lunare, il quale è già stato scelto sia dalla Cina che dalla comunità spaziale occidentale come luogo in cui costruire delle basi umane in un futuro non troppo lontano.

Un punto geografico dagli indubbi vantaggi strategici, visto che da lì è sempre possibile osservare la Terra, nonché di disporre del ghiaccio presente in diversi crateri situati nell’area.

Nello specifico, attualmente il punto scelto dalla Russia per l’atterraggio della propria navicella è un terreno a nord del cratere Boguslawsky, sebbene sia già pronto un piano b.

Nel caso in cui questo punto esatto si rivelasse troppo insidioso, accidentato e pericoloso per un atterraggio sicuro, l’Agenzia Spaziale Russa ha stabilito che Luna-25 dovrà allora atterrare a sud-ovest della Luna, nel cratere Manzini.

Oltre che la presenza di acqua, il lander russo avrà anche il compito di capire quali elementi chimici sono presenti fino a una profondità di circa 40 centimetri.

Per svolgere questa azione, è stato quindi posizionato a bordo della sonda un apposito strumento in grado di prelevare dei campioni di regolite lunare, vaporizzarli con un laser e rilevare ogni elemento chimico presente anche in una minima concentrazione dello 0,005%.

Undici i campioni che il lander dovrebbe raccogliere intorno al sito d’atterraggio, mentre un altro strumento emetterà dei neutroni, i quali saranno in grado di rilevare la presenza di acqua sotto forma di ghiaccio, interagendo con il suolo fino a una profondità di circa un metro e informando così la strumentazione di bordo su eventuali scoperte.

Un altro strumento verrà, invece, utilizzato per rilevare la presenza di neutroni e raggi gamma, stabilendo così il livello di radioattività della superficie lunare.

Ma non solo. Allo studio dei russi verrà sottoposta anche l’esosfera, ovvero la debolissima atmosfera che circonda la Luna.

L’obiettivo sarà quello di capire cosa accade sia di giorno che di notte, nonché quando il satellite attraversa la magnetosfera terrestre.

Un progetto ambizioso e che potrebbe presto essere seguito da altri lanci internazionali.

Oltre al già citato programma della NASA, anche il Giappone sta preparando la propria sonda lunare (lo Smart Lander for Investigating Moon, ndr), la quale dovrebbe partire il 26 agosto prossimo.

Tre giorni dopo la data prevista per l’atterraggio sulla Luna della sonda indiana Chandrayaan-3, la quale si pensa toccherà la superficie lunare il 23 agosto.

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