SCIENZE

Rischio valanghe sulle Alpi, i pericoli e i comportamenti da tenere

Ennesima vittima sulle Alpi a causa di una valanga. Si tratta di una maestra di sci veneziana travolta dalla neve nei pressi del rifugio Nuvolau, sopra Cortina d’Ampezzo in provincia di Belluno. Ritrovata dai soccorritori sotto due metri di neve, è stata trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso. Le sue condizioni sono apparse subito molto gravi ed è morta nella notte.

Immagine | Pixabay @ Simon

Il bollettino Arpa per le valanghe segnala sulle Dolomiti in questi giorni un pericolo di livello marcato oltre il limite del bosco, che corrisponde al livello 3 su una scala di 5 valori. Sull’intera catena delle Alpi, durante la stagione invernale 2021-2022, sono decedute poco più di 50 persone, di cui 18 in Austria e 14 in Svizzera.

Come si formano le valanghe

Possono verificarsi due tipi di distacco del manto nevoso: spontaneo, quando avviene senza un’influenza esterna, e provocato, quando sulla neve vengono esercitate sollecitazioni, come il passaggio di persone o mezzi. A seconda del livello di pericolo, un distacco del manto nevoso può essere provocato da una sollecitazione più o meno intensa. Costituiscono un sovraccarico debole un singolo scialpinista in salita, uno sciatore o uno snowboarder che compiono curve dolci, un gruppo che rispetta la distanza di sicurezza, pari a 10 metri, necessaria ad alleggerire il carico sulla neve, o un escursionista con le racchette da neve. Un escursionista a piedi invece provoca un sovraccarico forte sul manto nevoso, così come gruppi di sciatori, scialpinisti o snowboarder che non rispettano le distanze di sicurezza. Costituisce un sovraccarico forte anche la caduta di uno sciatore o snowboarder, oltre ovviamente al passaggio di mezzi battipista e altre sollecitazioni importanti come un’esplosione.

I comportamenti da tenere

Se il manto nevoso risulta poco consolidato, su molti pendii è sufficiente anche un debole sovraccarico per provocare il distacco di una valanga. Si tratta di una situazione che corrisponde ai livelli di pericolo 3, 4 e 5 del bollettino Arpa. In questi casi è fondamentale tenere comportamenti di grande prudenza. Sugli sci bisogna effettuare curve dolci, evitare di cadere o saltare, aumentare le distanze di alleggerimento tra escursionisti ed evitare pendii troppo ripidi. E’ importante inoltre mantenere alta l’attenzione durante tutta la durata dell’escursione perché il passaggio da un sovraccarico debole a uno forte può avvenire anche inavvertitamente. E’ il caso ad esempio se alla fine di un pendio vengono tolti gli sci per raggiungere a piedi la cima, attraversando una cresta o un terreno particolarmente impervio.

Immagine | Pixabay @ Peter Meyer-Herzog

L’autosoccorso

La migliore protezione dal problema valanghe è la prevenzione, cioè la messa in atto di tutte le precauzioni utili a evitare di essere travolti. Se però si verifica comunque un incidente, i tempi di intervento per avere delle possibilità di sopravvivenza sono estremamente ridotti: si parla di 15 minuti. Quindi, ancor prima dell’arrivo dei soccorritori, è importante che il gruppo di persone coinvolto nell’incidente – è sempre sconsigliabile avventurarsi sulla neve da soli – sia in grado di effettuare l’autosoccorso. Per farlo è necessario indossare e accendere all’inizio dell’escursione dei piccoli strumenti elettronici detti Artva (Apparecchi di Ricerca Travolti in Valanga), che consentono ai superstiti di localizzare i compagni rimasti sepolti sotto la neve. Altri strumenti da portare con sé sono una pala per spalare la neve e una sonda per localizzare con più precisione il disperso, una volta individuato il segnale sulla superficie.

Benedetta Leardini

Giornalista, nel tempo libero organizzo viaggi in posti sempre più improbabili, in solitaria o in compagnia di coraggiosi o ignari compagni di avventura. Appassionata di yoga, mi interesso anche di sostenibilità e salute (che deve essere buona, per affrontare i viaggi improbabili).

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