Nella giornata di ieri, è arrivata a Terra la capsula rilasciata dalla sonda Osiris-Rex della NASA, con il suo prezioso carico di 250 grammi di campioni provenienti dall’asteroide Bennu. L’atterraggio è stato magnifico e domani si comincierà ad analizzare i frammenti prelevati con grande successo da un asteroide vicino alla Terra.
“È una capsula del tempo“, così la definisce la NASA, riferendosi al fatto che i campioni potrebbero raccontare molto sia sull’origine del Sistema Solare, sia sugli elementi necessari per assemblare le molecole alla base della vita.
Che cosa è atterrato nel deserto dello Utah
La capsula spaziale della NASA che trasportava il più grande campione di suolo mai raccolto dalla superficie di un asteroide ha attraversato l’atmosfera terrestre domenica e si è paracadutata nel deserto dello Utah, atterrando nella base Uttr (Utah Test and Training Range) del ministero della Difesa degli Stati Uniti e consegnando finalmente il campione celeste agli scienziati.
La capsula – a forma di goccia – è stata rilasciata dalla navicella robotica OSIRIS-REx poche ore prima dell’atterraggio, quando la nave madre è passata a meno di 107.826 km dalla Terra, posizionandosi infine in una zona di atterraggio designata a ovest di Salt Lake City, nel vasto poligono di prova e addestramento dell’esercito americano.
È il più grande campione mai riportato a Terra
La discesa finale e l’atterraggio, mostrati in livestream dalla NASA, hanno concluso una missione congiunta di sei anni tra l’agenzia spaziale statunitense e l’Università dell’Arizona. Si tratta solo del terzo campione di asteroide, e di gran lunga il più grande mai riportato sulla Terra per essere analizzato, dopo due missioni simili dell’agenzia spaziale giapponese terminate nel 2010 e nel 2020.
Dopo l’atterraggio, la capsula si è adagiata con il naso all’ingiù sul pavimento sabbioso del deserto dello Utah, mentre il paracadute bianco e rosso che ne ha rallentato la discesa ad alta velocità si è posato a pochi metri di distanza, dopo il distacco da essa.
Un atterraggio liscio come l’olio
Dopo qualche dubbio sul corretto dispiegamento di un paracadute preliminare, gli esperti riportano che il paracadute principale si è dispiegato come previsto, portando la capsula a un atterraggio morbido e quasi impeccabile.
“Abbiamo sentito le parole “rilevato il paracadute principale” e sono letteralmente scoppiato a piangere“, ha dichiarato in conferenza stampa Dante Lauretta, uno scienziato dell’Università dell’Arizona che ha partecipato al progetto fin dalle sue origini e che ha assistito alla discesa da un elicottero.
Tim Prizer, ingegnere della Lockheed Martin che ha partecipato al progetto, ha dichiarato: “Siamo atterrati morbidi come una colomba“.

L’asteroide Bennu
OSIRIS-REx – la nave madre della Nasa – ha raccolto il suo campione tre anni fa da Bennu, un piccolo asteroide ricco di carbonio scoperto nel 1999. La roccia spaziale in questione è classificata come “oggetto vicino alla Terra”, poiché passa relativamente vicino al nostro pianeta ogni sei anni, anche se le probabilità di un impatto sono considerate remote.
Apparentemente costituito da un insieme di rocce sciolte, come un cumulo di macerie, Bennu misura appena 500 metri di diametro, il che lo rende più largo di quanto sia alto l’Empire State Building (alto 381 metri), ma minuscolo rispetto all’asteroide Chicxulub che colpì la Terra circa 66 milioni di anni fa, spazzando via i dinosauri.
Come altri asteroidi, Bennu è un relitto del primo sistema solare. Poiché la sua chimica e la sua mineralogia attuali sono praticamente immutate da quando si è formato circa 4,5 miliardi di anni fa, contiene preziosi indizi sulle origini e sullo sviluppo dei pianeti rocciosi come la Terra.
Gli asteroidi e altri corpi hanno “inseminato” la Terra
I campioni restituiti tre anni fa dalla missione giapponese Hayabusa2 da Ryugu, un altro asteroide vicino alla Terra, sono risultati contenere due composti organici, avvalorando l’ipotesi che oggetti celesti come comete, asteroidi e meteoriti che hanno bombardato la Terra primitiva abbiano inseminato il giovane pianeta con gli ingredienti primordiali della vita.
Il prelevamento del campione dall’asteroide Bennu
La sonda OSIRIS-REx è stata lanciata nel settembre 2016 e ha raggiunto Bennu nel 2018, quindi ha trascorso quasi due anni in orbita attorno all’asteroide prima di avventurarsi abbastanza vicino da prelevare un campione di materiale superficiale sciolto con il suo braccio robotico il 20 ottobre 2020.
Una sonda spaziale, in astronautica, è un veicolo in grado di viaggiare nello spazio. Ci sono due tipi di veicoli spaziali: abbiamo sia sonde spaziali robotiche sia veicoli con equipaggio, e in questo secondo caso si può parlare di stazioni spaziali. Il termine è anche usato per indicare i satelliti artificiali, dato che hanno una definizione simile.
La sonda OSIRIS-REx è ripartita da Bennu nel maggio 2021 per una crociera di 1,2 miliardi di miglia (1,9 miliardi di km) verso la Terra, comprese due orbite intorno al Sole. Il campione di Bennu è stato stimato in 250 grammi, superando di gran lunga i 5 grammi riportati da Ryugu nel 2020 o il minuscolo campione consegnato dall’asteroide Itokawa nel 2010.
Dopo l’atterraggio della capsula
Una squadra di recupero di scienziati e tecnici è rimasta in attesa per recuperare la capsula e cercare di mantenere il campione libero da qualsiasi contaminazione terrestre. La capsula scura e il suo prezioso contenuto sono stati trasportati in elicottero in una “camera bianca” presso il poligono di prova dello Utah per un primo esame.
Oggi essa verrà trasportata su un aereo da trasporto militare al Johnson Space Center della NASA a Houston, dove domani, martedì 26 settembre 2023, il contenitore verrà aperto per consentire ai campioni di essere suddivisi in campioni più piccoli da consegnare a circa 200 scienziati in 60 laboratori in tutto il mondo.
L’apporto italiano alla missione
A guidare la sonda Osiris-Rex (il cui nome è l’acronimo di Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security – Regolith Explorer) è una speciale ‘bussola’ italiana: il sensore di assetto stellare realizzato da Leonardo nello stabilimento di Campi Bisenzio, comune vicino a Firenze.
Anche i minerali presenti nel suolo dell’asteroide Bennu sono stati analizzati grazie al sensore a infrarosso realizzato dalla stessa azienda italiana nel Regno Unito.
Osiris-Rex ha così completato la sua missione, ma è già pronta a partire verso il suo nuovo obiettivo: la parte principale della sonda ha già proseguito il suo viaggio di ricerca verso l’esplorazione di Apophis, un altro asteroide vicino alla Terra.