SCIENZE

La Nasa vuole assemblare un team per fare luce sugli Ufo

Cosa sono di preciso gli “Ufo”? E da dove provengono? Queste sono solo due delle domande alle quali la Nasa spera di poter dare una risposta con la creazione di un nuovo team indipendente che dal prossimo autunno studierà i fenomeni aerei non identificati (Uap), termine che da qualche anno si preferisce a Ufo, considerato un po’ limitante per la presenza della parola “oggetti” nella sigla. L’obiettivo dell’agenzia spaziale è studiare gli avvistamenti attraverso una prospettiva scientifica. Ha però sottolineato che per ora non c’è alcuna prova del fatto che “gli Uap siano di origine extraterrestre”.

Gli obiettivi dello studio della Nasa

Sarà l’astrofisico David Spergel a guidare il team di ricerca, sotto la supervisione del Direttorato per le missioni scientifiche della Nasa.

Foto Pixabay | FitzFox

L’obiettivo dello studio sarà identificare quali sono i dati effettivamente a disposizione sugli Uap e capire come raccoglierne altri in futuro. La Nasa ha già messo le mani avanti, dichiarando che gli avvistamenti avvenuti finora rendono difficile arrivare a delle conclusioni logiche sull’effettiva provenienza degli Uap. I ricercatori, comunque, faranno il possibile per capire in che modo potranno essere usati i dati a disposizione per ottenere una migliore comprensione di questi fenomeni, al momento ancora avvolti da un alone di mistero. Secondo quanto riferito da Thomas Zurbuchen, l’amministratore associato della direzione della missione scientifica della Nasa, lo studio sarà aperto e tutti potranno consultarne i risultati.

Qual è il legame tra l’agenzia spaziale e gli Uap?

Di fronte a questa notizia, qualcuno potrebbe sollevare un’obiezione: “Perché un’agenzia spaziale si concentra su dei fenomeni che potrebbero non avere nulla a che fare con il cosmo?”. Bisogna ricordare che la prima “A” nella sigla Nasa sta per “aeronautica” e che uno degli obiettivi dell’organizzazione è tutelare la sicurezza dello spazio aereo. Comprendere la natura degli Uap è cruciale per raggiungere questo traguardo nel migliore dei modi. “Questo studio è coerente con i nostri principi di apertura, trasparenza e integrità scientifica”, ha dichiarato Zurbuchen durante un collegamento con l’Accademia Nazionale delle Scienze.

Anche se la Nasa non ha ancora rilasciato delle dichiarazioni ufficiali sugli Uap, Bill Nelson, il suo amministratore, ha fatto numerosi commenti sugli avvistamenti avvenuti nel corso degli anni. “Ho parlato con alcuni di questi piloti e sono certi di aver visto qualcosa. Non sanno di preciso di cosa si tratti e non lo sappiamo nemmeno noi. Speriamo che nessun nemico sulla Terra sia in possesso di una tecnologia simile”, ha affermato.

Nessun legame con le task force del Pentagono

A giugno dello scorso anno, il Pentagono ha pubblicato un rapporto riguardante la possibile origine degli Uap, nel quale sono contenute cinque possibili spiegazioni di quel che potrebbero aver visto i piloti. Si ipotizza, per esempio, che gli Uap non sarebbero altro che dei fenomeni atmosferici. Tuttavia, è stata presa anche in considerazione l’eventualità che non sia ancora possibile dare una spiegazione a questi avvistamenti.

Foto | Pixabay | ahundt

La Nasa ha chiarito che il nuovo studio non sarà in alcun modo affiliato alle task force organizzate dal Pentagono per indagare sugli Uap e avrà un budget compreso tra le poche decine di migliaia di dollari e i 100mila dollari. Dovrebbe essere portato a termine nell’arco di nove mesi. Anche se la Nasa ha chiarito che non c’è alcuna prova del fatto che gli Uap siano di natura extraterrestre, Zurbuchen non ha escluso del tutto questa possibilità.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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