Giappone: nati in laboratorio topi con 2 padri biologici
Un risultato ancora molto lontano dall'applicazione sugli umani, che potrebbe però aprire a nuove possibilità per la riproduzione e per la cura di forme gravi di infertilità

Foto di Pixabay | Tibor Janosi Mozes
Gli scienziati giapponesi hanno creato in laboratorio topi con due padri biologici generando uova da cellule maschili. Per la prima volta i topolini sono riusciti a sopravvivere, risultato apparentemente sani e fertili. Un risultato ancora molto lontano dall’applicazione sugli umani, che potrebbe però aprire a nuove possibilità per la riproduzione e per la cura di forme gravi di infertilità.

Lo studio nel dettaglio
“Questo è il primo caso di produzione di forti ovociti di mammiferi da cellule maschili”, ha riferito Katsuhiko Hayashi, coordinatore del team di ricerca dell’Università di Kyushu in Giappone e pioniere nel campo degli ovuli e dello sperma coltivati in laboratorio. I risultati dello studio, non ancora pubblicato su una rivista scientifica, sono stati annunciati a Londra, in occasione del terzo vertice internazionale sull’editing del genoma umano presso il Francis Crick Institute.
Nel 2018, un gruppo di ricercatori cinesi era già riuscito a generare topi da genitori dello stesso sesso, creando staminali embrionali a partire da ovuli e spermatozoi: quelli nati da due madri avevano dimostrato di essere sani e fertili, tanto da poter avere cuccioli a loro volta, mentre i topi nati da due padri erano riusciti a sopravvivere solo un paio di giorni. Nel corso del nuovo studio, il team di ricerca è riuscito ad ovviare questo problema grazie a un nuovo protocollo che ha permesso di ottenere ovuli da cellule di topi maschi adulti. Nello specifico, le cellule sono state trasformate in staminali pluripotenti indotte e poi coltivate fino a quando alcune di esse non hanno spontaneamente perso il cromosoma maschile Y. Queste cellule sono state poi trattate con la reversina, una molecola che favorisce gli errori nella distribuzione dei cromosomi durante il processo di divisione cellulare, in modo da ottenere cellule femminili con due copie del cromosoma X.
Sono state così indotte a trasformarsi in ovuli, poi fecondati con spermatozoi di un altro topo maschio. Gli embrioni creati sono stati poi impiantati nell’utero di roditori femmina. Il tasso di successo dell’esperimento è stato però molto basso. Su 630 embrioni impiantati solo 7 topolini sono venuti alla luce.

Nati 7 topi apparentemente sani
I cuccioli sono cresciuti apparentemente sani e sono fertili, secondo quanto ha riferito da Hayashi, ma serviranno ulteriori esami per verificare che negli ovuli derivati da cellule maschili si siano preservate le modificazioni chimiche (epigenetiche) del Dna che influiscono sull’accensione e lo spegnimento dei geni. Lo stesso Hayashi ha, inoltre, riconosciuto che la strada per per arrivare alle prime applicazioni sull’uomo è ancora lunga, perché ci sono grandi differenze tra la biologia riproduttiva dei topi e quella degli esseri umani, che di fatto rendono difficile il trasferimento delle scoperte dal laboratorio alla clinica.