La Regione Sicilia ha deliberato lo “stato di crisi” e di “emergenza di rilievo nazionale”, ma, in modo incredibile, ha anche anticipato al prossimo 2 settembre l’inizio della stagione della caccia. Il WWF ha subito commentato la faccenda dichiarando: “Dopo un’estate torrida e le fiamme degli incendi, aprire la caccia sarebbe una follia perché decimerebbe la fauna selvatica sopravvissuta”.
Apertura anticipata della stagione della caccia in Sicilia. L’appello del WWF per fermare questa iniziativa
Con un lungo e molto articolato documento firmato dalle cinque organizzazioni aggregate operanti in Sicilia, il WWF ha chiesto alla Regione di sospendere il “Calendario venatorio 2023-2024”, in particolare in relazione all’apertura anticipata prevista per i giorni 2, 3, 6, 9 e 10 settembre e all’apertura generale che è prevista dal 17 settembre al 31 gennaio 2024. Il motivo dell’appello è dovuto a causa dell’eccezionale situazione meteoclimatica, ambientale ed ecologica che ha interessato tutta la Sicilia. Secondo il WWF, infatti, le perduranti condizioni climatiche estreme e i devastanti incendi che ancora stanno colpendo la regione, hanno già comportato gravissimi danni alle popolazioni di animali selvatici, per cui non sussistono, dal punto di vista scientifico e oggettivo, le condizioni per l’avvio della stagione venatoria, per di più con un anticipo di ben un mese rispetto alla data precedentemente prevista e suggerita dall’autorevole Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA), ovvero dall’1 ottobre.

Nel documento inviato al Presidente della Regione, l’onorevole Renato Schifani, e agli assessori Luca Sammartino (Agricoltura) ed Elena Pagana (Ambiente), il WWF ha evidenziato e denunciato la forte incoerenza e la palese contraddittorietà delle decisioni della Regione: da una parte, infatti, ha proclamato lo “stato di crisi” (delibera n. 311/2023) e di “emergenza di rilievo nazionale” (delibera n. 312/2023) per “l’emergenza causata dagli incendi e dalla concomitante ondata di calore” verificatasi recentemente, dall’altra, con decreto dell’Assessore all’Agricoltura n. 31 del 26 giugno, è stato emanato il “Calendario Venatorio 2023-2024” che, addirittura, anticipa l’avvio della stagione di caccia al 2 settembre anche nei confronti di specie, come la Tortora selvatica, in fortissimo e preoccupante declino dal punto di vista numerico in tutta Europa.
Fino a luglio, secondo le valutazioni della stessa Regione, riportate nelle due delibere sullo stato di calamità, il caldo e gli incendi hanno causato danni generali che, in una prima e approssimativa quantificazione, ammontano a circa 60 milioni di euro, oltre a danni specifici al settore agricolo che ammontano a circa 200 milioni di euro. Ma sugli altrettanto catastrofici danni alla fauna ed agli equilibri ecologici, il Governo regionale, secondo il WWF e gli altri enti animalisti, fa finta di non vedere e, pur di non scontentare la lobby delle doppiette, apre in anticipo la caccia in una regione dichiarata in “stato di crisi e di emergenza”.
“Le aree boschive e di macchia interessate da incendi e dalla prolungata siccità – si legge nel documento del Wwf – erano abitate da migliaia di esemplari di avifauna e mammiferi in riproduzione e/o con i propri piccoli che, se non sono morti bruciati o di stenti, si sono rifugiati nelle poche zone non colpite dal fuoco. Di conseguenza, le zone di sostentamento di molte specie selvatiche sono repentinamente mutate in maniera sostanziale e negativa, non garantendo più il tradizionale rifugio e il sostentamento e causando la grave compromissione della stagione riproduttiva di moltissime specie, sia cacciabili che protette. Sono a rischio sia le specie stanziali (come coniglio e lepre) sia quelle migratorie (quaglie, uccelli acquatici): territori arsi dal caldo e vegetazione distrutta dal fuoco non consentono agli animali di trovare cibo, riparo ed habitat idonei a sopravvivere; quindi, aumenta la mortalità degli individui (giovani nati in primavera e adulti), poiché tali condizioni ambientali e climatiche rendono i soggetti maggiormente vulnerabili a malattie e predazione”. Quella che si preannuncia a breve, se la Regione non sospende subito il Calendario venatorio, sarà “una vera e propria strage di fauna”.
Per il WWF, aprire la stagione venatoria dopo un’estate torrida, come è stata quest’anno, e le fiamme degli incendi sarebbe una follia perché decimerebbe gli animali sopravvissuti, determinando un danno ulteriore, gravissimo e irreversibile al patrimonio faunistico: secondo gli studi scientifici di ISPRA, infatti, la riapertura della caccia “comporta una condizione di rischio per la conservazione della fauna e rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie”.