Qui non potrai più vivere. Sono questi i Paesi che spariranno con l’ aumento delle temperature: a cosa diremo addio

Un team di ricerca americano ha determinato quali saranno le aree della Terra che saranno invivibili se le temperature dovessero alzarsi di 1,5 gradi. Ecco la lista

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Newsby Federico Liberi 12 Ottobre 2023

La temperatura di bulbo umido (una misura che tiene conto dell’effetto combinato di temperatura e umidità sull’ambiente. Essa rappresenta la temperatura registrata da un termometro a bulbo umido, cioè un termometro il cui bulbo è avvolto da un panno umido. Il panno assorbe l’umidità presente nell’aria circostante, e tale umidità influisce sulla lettura del termometro) rappresenta il limite oltre il quale il corpo umano non può regolare la temperatura interna, portando a una potenziale ipertermia fatale. I cambiamenti climatici stanno creando aree sulla Terra in cui le combinazioni di calore e umidità diventano inadatte per la vita umana, trasformando luoghi che sono stati abitati per migliaia di anni in ambienti inospitali. Questo è il risultato delle continue e significative emissioni di gas climalteranti, come la CO2, legate alle attività umane dalla Rivoluzione Industriale.

Quali sono le aree che diventerebbero invivibili se si alzassero le temperature di 1,5 gradi? E come è possibile determinarli con certezza?

Nel vasto mondo della meteorologia, diverse misure vengono impiegate per valutare il clima e le condizioni atmosferiche. Tra queste la temperatura di bulbo umido emerge come parametro fondamentale, offrendo una chiave di lettura essenziale per comprendere il comfort termico e le condizioni di caldo e umidità che possono influenzare il nostro benessere.

Innanzitutto, bisogna sottolineare che il calcolo della temperatura di bulbo umido implica vari fattori, tra cui la temperatura dell’aria e l’umidità relativa. Questo dipende dalla capacità dell’aria di contenere il vapore acqueo e dalla sua attuale quantità di vapore acqueo.

Fortunatamente, con l’avanzamento della tecnologia moderna, il calcolo di questo parametro è diventato più agevole e rapido grazie all’utilizzo di psicrometri e dispositivi elettronici appositamente progettati.

Ragazza rotesta contro i governi per combattere il cambiamento climatico
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La temperatura di bulbo umido è direttamente collegata al comfort termico percepito dalle persone. In presenza di elevata umidità, il nostro corpo potrebbe incontrare difficoltà nella dispersione del calore attraverso la sudorazione. Di conseguenza, la sensazione di calore percepita potrebbe essere più intensa rispetto a quanto indicherebbe un termometro tradizionale, a causa dell’effetto isolante dell’umidità. Un esempio di questo concetto è l’indice di calore, noto anche come Heat Index, che considera la temperatura dell’aria e l’umidità per fornire una valutazione più precisa della sensazione di caldo avvertita. Questo indice è particolarmente rilevante in aree caratterizzate da un clima tropicale o umido, dove il rischio di colpo di calore e problemi correlati al caldo è più elevato.

Le elevate temperature di bulbo umido possono avere impatti significativi sulla salute delle persone. Le condizioni di caldo estremo aumentano il rischio di colpi di calore, con conseguenze potenzialmente fatali, soprattutto per gli anziani, i bambini, coloro con malattie croniche e chi svolge attività all’aperto in condizioni climatiche avverse.

Inoltre, la temperatura di bulbo umido è un parametro cruciale per valutare il rischio di stress da calore nei luoghi di lavoro, come cantieri o industrie. L’esposizione prolungata a temperature estreme può causare diversi disturbi alla salute, tra cui crampi da calore, svenimenti e, nei casi più gravi, insufficienza termica.

Il riscaldamento globale, secondo uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori, renderà diverse regioni della Terra troppo calde per la sopravvivenza umana. Questa ricerca è stata guidata da scienziati dell’Università Statale della Pennsylvania, in collaborazione con colleghi dell’Università Purdue, ed è basata proprio sul concetto di temperatura di bulbo umido, oltre la quale il corpo umano non può più regolare la temperatura interna. I cambiamenti climatici stanno trasformando alcune zone del nostro pianeta in ambienti inadatti per la vita umana. Il team di ricercatori, guidato dal Prof. W. Larry Kenney dell’Università Purdue, ha utilizzato un modello climatico per simulare le aree della Terra che diventeranno inospitali superando una specifica soglia di riscaldamento rispetto all’epoca preindustriale. Le conseguenze della crisi climatica saranno irreversibili e drammatiche oltre un aumento di 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali. Attualmente, siamo a circa 1,2° C sopra il basale.

Grazie al modello climatico, il professor Kenney e il suo team hanno previsto che con un aumento di 2 gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale, miliardi di persone saranno esposte a temperature superiori alla soglia massima di tolleranza umana, con particolare impatto su regioni come il Pakistan, l’India, la Cina orientale e l’Africa sub-sahariana. Limitare le emissioni di gas serra è essenziale per evitare di superare questa soglia critica e impedire la proliferazione di aree “inabitabili”.

Con temperature più elevate, gli scenari diventano notevolmente più critici. Se la temperatura media dovesse aumentare di 3 gradi Ccentigradi sarebbero coinvolte anche la costa orientale e il centro degli Stati Uniti, con città importanti come New York, Houston e Chicago a rischio. Australiani e sudamericani sarebbero anch’essi esposti ai pericoli legati alle temperature del bulbo umido. In passato, si riteneva che questa condizione si verificasse a 35 gradi con il 100 percento di umidità, ma uno studio recente ha dimostrato che sono sufficienti 31 gradi con il 100 percento di umidità o 38 gradi con il 60 percento di umidità. Questi limiti sono stati superati solo raramente, in aree limitate del Sud Est Asiatico e del Medio Oriente, ma la crisi climatica sta ora ridefinendo le prospettive.

Questa ricerca evidenzia che il caldo umido costituirà una minaccia molto più significativa rispetto al caldo secco”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Qinqin Kong, collaboratore nello studio. “I governi e i decisori politici devono riconsiderare l’efficacia delle strategie di mitigazione del calore e investire in programmi che affrontino i rischi maggiori che le persone dovranno affrontare”, ha aggiunto l’esperto, enfatizzando l’importanza di valutare non solo la temperatura, ma anche l’umidità. “Quando le persone si riscaldano, sudano e il flusso sanguigno aumenta nella pelle per consentire la termoregolazione attraverso la dissipazione di calore nell’ambiente”, ha spiegato il professor Kenney. “A certi livelli di calore e umidità, questi meccanismi di adattamento non sono più sufficienti e la temperatura interna del corpo inizia ad aumentare. Pur non rappresentando una minaccia immediata, richiede un qualche tipo di intervento. Se le persone non riescono a raffreddarsi entro poche ore, ciò può portare a colpi di calore, mettendo sotto pressione il sistema cardiovascolare e aumentando il rischio di attacchi di cuore, soprattutto nelle persone vulnerabili”.

Particolarmente a rischio sono le regioni economicamente svantaggiate del globo, prospettate a una significativa crescita demografica nei decenni a venire. Questo scenario metterà in pericolo le vite di miliardi di individui. In modo paradossale, queste popolazioni sono anche le meno responsabili delle emissioni di CO2 che hanno innescato la crisi climatica, provenendo principalmente da Paesi più ricchi.

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