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Cilento, nate 53 tartarughe Caretta caretta

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Sono 53 le tartarughine della specie Caretta caretta che nella serata di lunedì hanno preso il mare in Cilento. Le loro uova si sono schiuse in sicurezza sulla spiaggia di Ascea, in provincia di Salerno, dopo che la loro mamma le aveva deposte lo scorso 12 giugno. La nascita è avvenuta sotto lo sguardo attento dei volontari dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali). Assieme a loro hanno lavorato i biologi del Centro ricerche tartarughe marine della Stazione zoologica ‘Anton Dohrn’ di Napoli. Il loro obiettivo è quello di individuare i nidi, metterli in sicurezza e sorvegliarli fino alla nascita delle tartarughe.

L’Enpa: “Monitorati chilometri di spiaggia”

È un record per noi – ha commentato l’Enpa di Salerno attraverso una nota ufficiale -. Ci aspettiamo altre risalite. Negli scorsi anni non era mai capitato di assistere alle schiuse e contemporaneamente alla scoperta di nuove tracce. Merito anche di una sempre crescente sensibilità e dell’impegno costante dei nostri volontari che da metà giugno ogni giorno controllano chilometri e chilometri di spiaggia”.

Ad oggi, solo nella provincia di Salerno, sono stati trovati ben 25 nidi di tartaruga Caretta caretta. Il lavoro dell’Enpa è parte del progetto “Nate Libere” per la tutela delle tartarughe marine, attivo dal 2017 in Campania e Puglia. Le diverse sezioni sul territorio assistono e tutelano animali marini nell’ambito del progetto. In particolare, sono attive nella protezione delle tartarughe marine le Sezioni di Salerno (costa del Cilento), Lagosanto (Alto Adriatico) e con la Delegazione di Lesina (costa nord del Gargano).

La lotta per evitare l’estinzione della Caretta caretta

La tartaruga Caretta caretta, nome scientifico della tartaruga marina, è la specie più diffusa nel Mar Mediterraneo ma ormai da anni soffre la forte minaccia dell’estinzione, soprattutto nelle acque italiane. Le 53 tartarughine nate in Cilento rilanciano così la speranza, da parte degli animalisti e dei biologi che lavorano alacremente per difendere la specie, di una possibile ripopolazione benché il lavoro da fare sia ancora molto lungo in questo senso.

Francesca Del Vecchio

“Che altro avresti potuto fare?”. È la frase che mi ripetono tutti quelli che mi conoscono. Io, che sono ottimista, penso che intendano che sono nata per questo lavoro. La mia indole è un po’ vintage: se potessi, girerei dappertutto con penna e taccuino. Ma ho imparato a raccontare la realtà anche con strumenti più aggiornati: così è nata la mia passione per il giornalismo digitale. Sono coordinatrice di desk video per importanti editori nazionali, ma il mio primo amore è il mondo arabo, di cui scrivo quando posso (insomma: quelle poche volte che le giornate hanno 48 ore)

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