Ambiente

Bare ecosostenibili: quando anche la morte si fa green

Sei un rifiuto o un compost?
É quello che si chiede Bob Hendrikx, fondatore di Loop, un’azienda che crea bare ecosostenibili a base di funghi.

I funghi non sono commensali esigenti. Cartone, plastica, carburante per aerei e amianto: i funghi divorano tutto. Nel 2007, alcuni scienziati a Chernobyl hanno perfino scoperto un fungo in grado di “mangiare” le radiazioni. È quasi superfluo dire, quindi, che i funghi hanno pochi problemi a decomporci.

L’inventore olandese Bob Hendrikx ha quindi pensato di utilizzare il potere dei funghi come alternativa alle tradizionali bare di legno. La sua “bara vivente” ecologica, dice, non solo non emette emissioni al momento della realizzazione, ma si decompone in sei settimane, a differenza dei 20 anni necessari per le bare di legno. La bara si mette anche al lavoro decomponendo il corpo, accelerando il processo attraverso il quale la natura può assorbire i nutrienti del defunto.

La nuova moda del funerale green

L’azienda di Hendrikx, Loop, non è la prima a saltare sul carro della sostenibilità post -mortem.

I resti umani cremati possono essere posti in baccelli per far crescere alberi o gettati in barriere coralline artificiali, mentre sul mercato sono presenti bare fatte di vimini, macramè e cartone. Anche le sepolture nei boschi, dove bare e vestiti sono realizzati con materiali completamente naturali, stanno vivendo una rinascita.
Ad esempio, quando l’attore Luke Perry è morto nel 2019, è stato sepolto in un “vestito a fungo” progettato per aiutare a decomporre il suo corpo. Ma usare il potere fungino per racchiudere il corpo in una “bara vivente” è un approccio nuovo.

La motivazione è semplice: alcune pratiche funebri sono dannose per l’ambiente. Secondo l’organizzazione no-profit Green Burial Council, solo negli Stati Uniti ogni anno vengono utilizzati per le sepolture oltre 4 milioni di galloni di liquido per l’imbalsamazione. Il fluido per l’imbalsamazione contiene ingredienti tossici come la formaldeide, che può penetrare nel terreno.
Anche la cremazione ha i suoi problemi. Questa infatti rilascia notevoli quantità di carbonio nell’atmosfera e possibilmente metalli pesanti se presenti nel corpo. L’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti ha calcolato che quasi 2 tonnellate di mercurio, trovato nelle otturazioni dentali, sono state emesse dalle cremazioni umane nel 2014.

Come funziona la bara eco sostenibile fatta di funghi

Quello che veramente mi frustra è che quando muoio, sto inquinando la Terra. Sono uno spreco“, ha affermato Hendrikx.
I nostri attuali processi di sepoltura portano all’esaurimento del materiale, all’inquinamento del suolo e alle emissioni di CO2“. I funghi, dice Hendrikx, “sono conosciuti come il più grande riciclatore del mondo“, trasformando la materia organica morta in nuova vita vegetale. Quindi, perché non usarli?

Il “Living Cocoon”, il modello di punta di Loop, è composto da funghi coltivato in laboratorio, trucioli di legno e ingredienti segreti, inseriti in uno stampo e cresciuti a forma di bara nel corso di una settimana. Una volta completato, il muschio, pieno di microrganismi, viene impacchettato sul fondo, sul quale viene adagiato il corpo. Una volta che la struttura entra in contatto con il terreno umido, gli organismi prendono vita e inizia il processo.

 

L’azienda, che si sta espandendo, mira a creare bare utilizzando campioni di funghi locali così da ridurre ulteriormente l’impatto ambientale.

Una soluzione per chi vuole essere sostenibile, fino all’ultimo.

 

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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