La notizia del possibile arrivo del vaccino contro il Coronavirus, sviluppato dalla compagnia farmaceutica statunitense Pfizer in collaborazione con la tedesca BioNTech, ha generato un grande entusiasmo nelle scorse ore. E le prospettive di accelerare i tempi necessari a sconfiggere la pandemia sono ora tangibili, tanto che anche i mercati azionari hanno reagito con grande ottimismo. Ora però è necessario rispondere a una domanda che inevitabilmente tutto il Paese si pone: quando sarà disponibile in Italia? E quante dosi saranno riservate alla nostra popolazione?
Pfizer e BioNTech hanno l’obiettivo di produrre 1,3 miliardi di dosi di vaccino entro il 2021. Ma il 2020 sta finendo, e sarà difficile che in questo mese e mezzo e poco più si arrivi a somministrare il farmaco a più di 25 milioni di persone in tutto il mondo. Un numero chiaramente inferiore rispetto alla domanda globale.
In questo panorama, si collocano le richieste già inoltrate a Pfizer. Gli Stati Uniti sono in coda per 100 milioni di dosi di vaccino, mentre l’Unione Europea ne aveva già ordinate per un numero di 200 milioni. Nel frattempo si starebbe muovendo per richiederne altre 100mila. In lista anche il Regno Unito (30/40 milioni), il Giappone (30) e il Canada (20).
L’Unione Europea si sta muovendo, come si può chiaramente capire dalle parole che Ursula von der Leyen ha scritto su Twitter. “Firmeremo presto un accordo con loro (Pfizer e BioNTech, ndr) per un massimo di 300 milioni di dosi. Continuiamo a proteggerci a vicenda nel frattempo“, è il post della presidente della Commissione Ue.
E l’Italia? Il Belpaese come noto era già al lavoro su un vaccino, grazie al lavoro che Oxford-AstraZeneca sta conducendo da mesi e che a dicembre arriverà alla fase di sperimentazione nell’Azienda ospedaliera di Modena. Non si attendono però risultati certi prima di aprile 2021. Ecco perché quanto avverrà con il prodotto di Pfizer e BioNTech ci interessa da vicino.
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