Tumore alla prostata, arriva la scoperta entusiasmante: un’arma importante è nelle nostre mani

Nuova speranza per il tumore alla prostata - Newsby.it
Uno studio scientifico statunitense sul tumore alla prostata ha dimostrato come controllare la malattia ed evitare che questa si ripresenti.
Buone notizie da Oltreoceano per i pazienti a cui è stato diagnosticato un tumore alla prostata e per coloro che ne sono guariti. Una ricerca su 2mila persone presentata all’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers Symposium (Asco Gu), iniziato giovedì 16 febbraio a San Francisco, ha portato alla luce dati interessanti per tutti coloro che stanno affrontando o hanno affrontato la malattia.

Presente al meeting internazionale sulle neoplasie genito-urinarie anche la Società italiana di uro-oncologia (Siuro). Il suo presidente, Sergio Bracarda, ha sottolineato l’importanza di fermare il rischio che la patologia progredisca e quindi anche l’utilità dello studio svolto dai colleghi americani.
L’arma di cui il paziente dispone sta in una dieta grazie alla quale il rischio di progressione si abbassa del 52% e la possibilità di una ricaduta scende del 53%. Dati molto confortanti, vista la drammatica diffusione del problema: “In totale sono più di 564mila gli uomini che in Italia vivono dopo una diagnosi di tumore della prostata e il loro numero è in costante crescita”, fa sapere Bracarda.
Tumore alla prostata, buone notizie dagli Usa: così la malattia fa meno paura
La ricerca in questione ha portato ad affermare che “un paziente che segue una dieta ricca di vegetali presenta un rischio inferiore del 52% di progressione del cancro e un rischio minore del 53% di recidiva della neoplasia“.

Il presidente della Siuro, però, precisa che sono necessari altri approfondimenti per poter affermare con certezza quale sia la dieta più indicata per i pazienti: questa, infatti, “deve contemplare un equilibrio tra i vari macronutrienti. Per esempio, chi sta affrontando una terapia ormonale rischia di andare incontro a una forte perdita della massa muscolare. Ha quindi bisogno di un’alimentazione proteica e non solo ricca di vegetali”.
Negli ultimi anni le cure a disposizione hanno fatto sì che in Italia l’aspettativa di vita per chi soffre di una tra le quattro principali neoplasie urologiche (prostata, rene, vescica, testicolo e rene) si sia allungata anche di 5 anni. “Da qui l’esigenza di affrontare anche altri aspetti come per esempio l’alimentazione, oppure la conservazione delle capacità sessuali e riproduttive di un paziente”, spiega Bracarda.
Da ribadire l’importanza di una dieta povera di grassi saturi e di un controllo costante del peso corporeo che può sicuramente favorire l’insorgenza di vari tipi di cancro tra cui quello prostatico e renale.