Smog, le città con i dati peggiori secondo Legambiente

Smog: i livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi previsti per il 2030

Torino
Torino | Pixabay @nonmisvegliate
newsby Lavinia Nocelli1 Febbraio 2023

Secondo l’ultimo report di Legambiente, ‘Mal Aria di città. Cambio di passo cercasi’, redatto e pubblicato nell’ambito della Clean Cities Campaign, nel 2022 29 città su 95 hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili PM10. “L’emergenza smog nelle città italiane è un problema sempre più pressante. I livelli di inquinamento atmosferico in molte città sono ancora troppo alti e lontani dai limiti normativi, più stringenti, previsti per il 2030”, si legge nel report. In testa alla classifica si piazza Torino, che ha registrato 98 giorni di sforamento, seguita da Milano, Asti, Modena, Padova e Venezia.

Smog
Smog | Pixabay @Admiral_Lebioda

Il report di Legambiente

Il report ha analizzato i dati nei capoluoghi di provincia, sia per quanto riguarda il biossido di azoto (NO2), che per i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5). Da questo è emerso che “ben 29 città delle 95 monitorate hanno superato gli attuali limiti normativi per gli sforamenti di PM10 (35 giorni all’anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo)”. Torino, come evidenziano i dati, ha registrato 98 giorni di sforamento, Milano 84, Asti 79, Modena 75 e Padova e Venezia 70. Nonostante l’analisi delle medie annuali ha mostrato che nessuna delle città ha superato il limite per il PM10 previsto dalla normativa in vigore, considerando i limiti previsti dalla nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, e le raccomandazione dell’Oms – in vigore dal prossimo 1° gennaio 2030 -, questi dati non bastano a garantire la salute dei cittadini. Seguendo la prossima normativa, “sarebbero infatti solo 23 su 95 (il 24% del totale) le città che non hanno superato la soglia di 20 µg/mc. 72 città sarebbero dunque fuorilegge”, si legge ancora nel report. Secondo Legambiente, le città che dovrebbero lavorare per abbassare i limiti giornalieri di polveri sottili, adeguandosi così alla direttiva, sono Torino e Milano (riduzione necessaria del 43%), Cremona (42%), Andria (41%) e Alessandria (40%) per il PM10. Mentre Monza (60%), Milano, Cremona, Padova e Vicenza (57%), Bergamo, Piacenza, Alessandria e Torino (55%), Como (52%), Brescia, Asti e Mantova (50%) per il PM2.5. Le città di Milano (47%), Torino (46%), Palermo (44%), Como (43%), Catania (41%), Roma (39%), Monza, Genova, Trento e Bolzano (34%), per l’NO2. 

Smog e corsa
Smog e corsa | Pixabay @ResproPolska

Le parole del presidente

Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha dichiarato: “L’inquinamento atmosferico non è solo un problema ambientale, ma anche un problema sanitario di grande importanza. In Europa, è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente”. Commentando il report ha aggiunto: “È necessario agire con urgenza per salvaguardare la salute dei cittadini, introducendo politiche efficaci ed integrate che incidano sulle diverse fonti di smog, dalla mobilità al riscaldamento degli edifici, dall’industria all’agricoltura. In ambito urbano è fondamentale la promozione di azioni concrete sulla mobilità sostenibile attraverso investimenti importanti sul trasporto pubblico, il ridisegno dello spazio cittadino con pedonalizzazioni e zone 30, politiche di promozione dell’uso delle due ruote in sicurezza, la diffusione delle reti di ricarica dei mezzi elettrici, facilitando la scelta di ridurre fortemente l’uso dell’auto privata”.

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