Il primo lockdown, dovuto alla pandemia da Covid-19, ha cambiato il modo degli italiani di vivere il sesso. Secondo il primo studio condotto nel nostro Paese su un campione rappresentativo della popolazione adulta, il 35% ha riportato un cambiamento nell’attività sessuale durante il periodo di isolamento. Dai dati è emerso che di questi l’8% ha aumentato l’attività sessuale. Nel 27% dei casi, però, tale attività è diminuita. Lo studio è stato pubblicato in questi giorni sulla rivista Journal of Epidemiology.
Lo studio, frutto del lavoro di un consorzio multidisciplinare, è stato condotto su circa 6mila italiani, di età compresa tra i 18 e i 74 anni, rappresentativi della popolazione. Gli autori hanno poi identificato le caratteristiche associate alla diminuzione della frequenza dei rapporti sessuali durante il lockdown, differenziando tra soggetti conviventi e non conviventi.
Secondo i risultati dello studio, più di un terzo degli italiani, il 35,3%, ha riferito di aver notato dei cambiamenti nell’attività sessuale durante il lockdown. Concentrandosi sui convicenti, la diminuzione dell’attività sessuale è riportata dal 20,7%. Inoltre, a riportarla più di frequente sono gli uomini (22,3%) rispetto alle donne. Questa tendenza ha riguardato in particolare i più giovani, i soggetti più istruiti e coloro che vivono in condizioni abitative precarie.
“Queste analisi ci permetteranno di capire come gli stili di vita e le abitudini degli italiani si siano modificate. Ma anche come stiano continuando a modificarsi a seguito dell’esperienza pandemica vissuta“. A dirlo è Silvano Gallus, ricercatore dell’Istituto Mario Negri e coordinatore del consorzio.
“Se l’interruzione degli spostamenti e l’obbligo di distanziamento sociale hanno soprattutto limitato la vita sessuale dei single. La paura del contagio, i sentimenti generalizzati di ansia e tristezza e la presenza dei bambini, sono tra i principali fattori alla base di questo importante decremento nei partner conviventi“. A spiegarlo è Andrea Amerio, ricercatore psichiatra dell’Università di Genova e primo autore dello studio sul legame tra sesso e lockdown.
Nell’abstract pubblicato sul Journal of Epidemiology i ricercatori hanno spiegato che la chiusura a causa della pandemia ha “alterato drasticamente” la vita quotidiana delle persone. Così, è probabile che abbia avuto un impatto sulle abitudini e sui fattori di rischio comportamentali, compresi gli atteggiamenti e le pratiche sessuali. “Poiché riportiamo che la pratica sessuale è influenzata dalle restrizioni del lockdown, suggeriamo che questi cambiamenti devono essere esplorati al di là dell’allontanamento sociale imposto, nella salute mentale, sociale e in altri fattori determinanti“.
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