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ReiThera, il vaccino italiano: come funziona? Viaggio in laboratorio

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Alle porte di Roma, nei laboratori ReiThera si sta producendo il primo vaccino tutto italiano. I risultati della fase 1 sono stati presentati all’ospedale Spallanzani e hanno dato ottimi risultati. A fine gennaio dovrebbe iniziare la fase 2. Una volta ottenuto il via libera, ReiThera ha annunciato 100 milioni di dosi l’anno. Per questo ha investito nell’acquisto di un nuovo bioreattore della capacità di duemila litri. Marco Soriani, project director dell’azienda specializzata in biotecnologie, ha aperto le porte dei laboratori.

Quante dosi di vaccino si possono produrre? La risposta

Questo è il vaccino“, ha esordito mostrando con grande orgoglio la fiala. Quindi ha spiegato in maniera più precisa come funzionino i laboratori ReiThera: “All’interno di quest’area noi avremo la prima fase della produzione del vaccino, ossia quella dell’amplificazione del vettore virale. Questo avviene in bioreattori dalla capacità di duemila litri“. Soriani spiega in maniera chiara che l’azienda ha studiato e costruito appositamente per l’emergenza Coronavirus questa strumentazione. “Si tratta di un’implementazione di ReiThera, che ha fatto un grosso investimento per favorire la produzione in scala di milioni di dosi del vaccino“.

Quindi Soriani illustra in maniera più chiara i numeri che ReiThera punta a raggiungere una volta avviata la produzione. E soprattutto risponde alla fatidica domanda: quante dosi di vaccino potrà produrre l’azienda?Noi per ogni run di produzione otterremo all’incirca due milioni di dosi. Calcolando che riusciremo a fare tra le 4 e le 5 run al mese, abbiamo calcolato un centinaio di milioni di dosi l’anno che potranno uscire dalla nostra officina di manifattura“.

Il viaggio tra i laboratori di ReiThera

Il viaggio all’interno di ReiThera prosegue all’interno del laboratorio di vettorologia, dove i ricercatori hanno selezionato il virus che porta la proteina spike. “Questo è un vettore virale che abbiamo isolato tramite il materiale prelevato da un gorilla. Lo abbiamo selezionato in quanto specie molto vicina a noi“, rivela Soriani.

Segue il laboratorio di immunologia di ReiThera. “Dopo che il vettore è stato ingegnerizzato e prodotto in piccola scala, viene testato. Questo avviene sia in sistemi in vitro che in vivo. Verifichiamo alcune caratteristiche immunologiche del vettore e del vaccino stesso, sia a livello cellulare che anticorpale. Il laboratorio di Process Development è quindi quello in cui il vettore viene amplificato e il virus replicato e purificato“, conclude Soriani.

Reithera: “Non sappiamo se i vaccinati possano poi veicolare il virus”

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Soriani torna poi su alcuni dubbi ancora irrisolti per la comunità scientifica. Innanzitutto, a tenere banco è la possibilità di trasmettere il virus dopo essere stati vaccinati. “A dire il vero sulla trasmissione del virus in soggetti che hanno neutralizzato il virus e bloccato la malattia non ne abbiamo. Escludere a livello scientifico che ci possa essere un minimo di carica virale che risieda nelle muscose nasali dopo la vaccinazione ad oggi non è possibile“, le sue parole.

E ancora: “Noi abbiamo accelerato sulla burocrazia, sul recruiting, nella condivisione dei dati, nella collaborazioni ma possiamo dire che in termini di qualità e quindi di sicurezza non c’è stata nessuna accelerazione. I costi di produzione del vaccino Reithera sono molto competitivi e si aggirano intorno ai 4 o 5 euro a dose. Nella fase due valuteremo in maniera diretta la capacità di ridurre l’incidenza della malattia, il nostro vaccino può essere conservato intorno ai 2-8 gradi in un normale frigorifero di casa e basterà una sola dose con un picco di immunizzazione intorno alle 4 settimane“, conclude Soriani.

Redazione

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