Polmonite interstiziale e batterica, quali sono le differenze?
A cambiare non è solo l’origine della malattia, ma anche la zona dell’apparato respiratorio interessata dall’infiammazione e le terapie necessarie per guarire

La polmonite interstiziale è una delle conseguenze più gravi del coronavirus Sars-Cov-2 (Pixabay)
Le polmoniti non sono tutte uguali. Esistono notevoli differenze a livelli di sintomi, decorso della malattia e terapie necessarie tra le varie tipologie esistenti. A seconda della causa dell’infezione, che può essere provocata da un batterio, da un virus o da un micete, varia anche la parte dell’apparato respiratorio colpita. Nel caso della polmonite batterica sono gli alveoli polmonari a infettarsi, con un conseguente accumulo di muco solido che rende difficoltoso il passaggio dell’aria. Quando, invece, la causa della patologia è un virus, l’infezione interessa l’interstizio polmonare, ossia lo spazio tra gli alveoli e i capillari. È questo il caso della polmonite provocata dal coronavirus Sars-CoV-2.
Le caratteristiche della polmonite interstiziale
Come spiega Luca Richeldi, professore ordinario di Malattie dell’Apparato respiratori e direttore della Pneumologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, nel corso di un’intervista a Repubblica, l’interstizio polmonare è responsabile dell’efficienza polmonare. Quando si verifica una polmonite interstiziale, questa struttura anatomica si danneggia, determinato una riduzione dei livelli di ossigeno nel sangue, con conseguente dispnea. Richeldi spiega che dal punto di vista radiologico la patologia si presenta con delle lesioni che permettono di vedere la struttura sottostante. “Nella polmonite batterica, invece, si vedono delle zone più dense e il danno è principalmente degli alveoli, che si riempiono di materiale infiammatorio. E anche i sintomi sono diversi, soprattutto caratterizzati da febbre alta e dolore toracico”, aggiunge l’esperto.
Le terapie necessarie
Anche le terapie necessarie per curare le varie forme di infezione sono diverse. Nel caso della polmonite batterica si ricorre, di solito, agli antibiotici, mentre per quella virale si preferisce ricorrere alla terapia di supporto con ossigeno e, talvolta, cortisone. La prognosi è legata a fattori come l’età, l’eventuale presenza di comorbidità e l’uso di farmaci immunosoppressori. Anche la precocità della diagnosi e del trattamento può fare la differenza. Come spiega Richeldi: “quanto prima si arriva, tanto il risultato è migliore. Per questo ai primi sintomi bisogna immediatamente andare dal medico”.
Le misure di prevenzione
Parlando dell’elevato numero di giovani medici morti a causa della polmonite interstiziale all’inizio della pandemia di Covid-19, il professore spiega che ciò è dipeso dall’esposizione a una carica virale molto alta, a delle misure di protezione inadeguate e dalla permanenza in ambienti contaminati. “Adesso le misure di prevenzione sono molto più efficaci”. Per quanto riguarda la prevenzione, Richeldi invita a mantenere i polmoni in buona salute, evitando di fumare, e di sottoporsi alla vaccinazione anti-pneumococcica per evitare la polmonite batterica. “Per quelle virali bisogna attenersi alle regole note, per evitare il contatto col virus: lavarsi le mani, indossare la mascherina e rispettare il distanziamento sociale”.