In occasione della Giornata Mondiale per l’Igiene delle Mani, è stata ufficialmente introdotta la Certificazione “Struttura Sanitaria Sicura”, un’iniziativa all’avanguardia che mira a riconoscere le strutture sanitarie impegnate nell’applicazione delle migliori pratiche internazionali per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) e nella lotta all’antibiotico-resistenza. Il nuovo standard si fonda sul framework IPCAF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), segnando un traguardo rilevante nella gestione di una delle criticità più urgenti della sanità globale.
Il progetto è promosso dal Comitato Scientifico Nomos, che annovera tra i suoi membri esperti di alto profilo come il Prof. Giovanni Rezza e il Prof. Massimo Andreoni. Entrambi hanno evidenziato la necessità di adottare un approccio sistemico per contrastare efficacemente le infezioni ospedaliere, un problema spesso trascurato ma che coinvolge milioni di pazienti a livello mondiale.
Le ICA costituiscono una vera e propria emergenza silenziosa. Ogni anno, in Europa, si verificano circa 4,5 milioni di casi, oltre 500.000 dei quali in Italia. Le conseguenze sono gravi: si stimano circa 90.000 decessi all’anno per infezioni contratte durante l’assistenza ospedaliera. In questo contesto, l’Italia si distingue negativamente con oltre 11.000 morti attribuibili a infezioni resistenti agli antibiotici. Questi dati sottolineano quanto sia urgente adottare misure strutturate per fronteggiare il fenomeno.
L’IPCAF (Infection Prevention and Control Assessment Framework) dell’OMS è lo standard di riferimento per sviluppare un sistema efficace di prevenzione delle infezioni. La metodologia si sviluppa su otto ambiti fondamentali:
L’attuazione rigorosa di questi pilastri consente una riduzione significativa delle ICA e frena la diffusione della resistenza agli antibiotici. Non si tratta solo di introdurre normative operative, ma anche di promuovere una nuova cultura organizzativa che coinvolga l’intero sistema sanitario.
La certificazione “Struttura Sanitaria Sicura” genera benefici tangibili anche sul piano economico. Ogni infezione prevenuta significa risparmiare tra i 13.000 e i 40.000 euro in trattamenti prolungati, isolamento e terapie avanzate. Inoltre, le richieste di risarcimento da parte dei pazienti danneggiati possono superare i 250.000 euro per singolo episodio.
Dal punto di vista reputazionale, la certificazione rappresenta un chiaro impegno verso la sicurezza dei pazienti, rafforzando la fiducia del pubblico e offrendo un vantaggio competitivo importante, sia nel settore pubblico che in quello privato. Un segnale forte di qualità e responsabilità.
La prevenzione delle ICA, in particolare quelle causate da batteri resistenti agli antibiotici, è fondamentale per proteggere i pazienti più vulnerabili. La nuova certificazione si basa sui criteri stabiliti dall’OMS e utilizza il framework IPCAF per valutare, in modo oggettivo e strutturato, il livello di sicurezza di una struttura.
Il sistema analizza otto aree chiave, tra cui formazione, sorveglianza e igiene, assegnando punteggi che stimolano il miglioramento continuo attraverso verifiche annuali. I benefici principali includono la riduzione delle infezioni più comuni e un risparmio economico significativo.
Come sottolineato dal Prof. Giovanni Rezza, epidemiologo e docente all’Università Vita-Salute San Raffaele: “La prevenzione delle infezioni non deve essere percepita come un obbligo burocratico, bensì come un’opportunità per migliorare la qualità e la sicurezza dell’assistenza”. Aderire alla certificazione, infatti, consente alle strutture di organizzarsi meglio, contenere i costi e distinguersi per eccellenza.
Le infezioni correlate all’assistenza rappresentano una minaccia sanitaria globale, con l’Italia in prima linea per numero di casi. L’antibiotico-resistenza è in rapida ascesa e l’OMS prevede che possa diventare la principale causa di morte nei prossimi anni, rendendo la prevenzione ancora più urgente.
Il Prof. Massimo Andreoni, Direttore scientifico della SIMIT e membro del Comitato Scientifico Nomos, afferma: “Non dobbiamo considerare la prevenzione un semplice dovere normativo, ma una concreta opportunità per innalzare la qualità e la sicurezza delle cure”. La certificazione deve essere vista come uno strumento solido, flessibile e autorevole. Aderire significa assumersi la responsabilità verso i pazienti, migliorare la gestione interna, ridurre i costi e posizionarsi tra le strutture sanitarie d’eccellenza.
I benefici previsti includono una significativa riduzione delle infezioni più comuni e dei costi associati a ricoveri prolungati e cure complesse. Inoltre, il marchio “Struttura Sanitaria Sicura” rafforza la fiducia di pazienti e familiari, testimoniando l’impegno concreto per la sicurezza delle cure.
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