Insonnia, un nuovo farmaco aiuta a combatterla

È disponibile un nuovo farmaco capace di bloccare l'orexina, uno dei principali neurotrasmettitori che agisce sul sonno

Insonnia
Insonnia | Pixabay @sweetlouise
newsby Lavinia Nocelli2 Febbraio 2023

Esistono poche sensazioni peggiori di quelle che si provano quando, pur essendo stanchissimi, non si riesce a fare altro che passare la notte intera a rigirarsi nel letto, in preda all’insonnia. Questo disturbo del sonno è contraddistinto dalla difficoltà ad addormentarsi o dormire in modo continuativo per un numero sufficiente di ore. I fattori che lo causano sono molteplici, così come i rimedi che è possibile mettere in atto per contrastarlo. Da oggi, tuttavia, è disponibile un nuovo farmaco capace di bloccare l’orexina, uno dei principali neurotrasmettitori che agisce sul sonno, e chiamata per questo ‘direttrice del sonno’.

Sonno
Sonno | Pixabay @Claudio_Scott

Un farmaco come cura

In Italia circa il 20% della popolazione è colpita da insonnia o da disturbi del sonno. A livello mondiale, invece, un terzo della popolazione è colpita da questo tipo di problema, che si presenta in molti casi in forma cronica. Il nuovo farmaco è stato presentato al Congresso nazionale della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia SINPF, tenutosi a fine gennaio tra Milano e Venezia. A confermare la scoperta, sono due studi pubblicati di recente su Lancet e su Sleep Journal. Ma come funziona questo nuovo farmaco? Anzitutto, la molecola alla base del prodotto si chiama daridorexant: questa agisce regolando i cicli sonno-veglia che sono alterati in chi soffre di disturbi del sonno. Ciò permette di beneficiare di un riposo migliore. Inoltre, il nuovo farmaco presenta un profilo di sicurezza maggiore e una riduzione degli effetti avversi.

Sonnolenza
Sonnolenza | Pixabay @Engin_Akyurt

Le parole degli esperti

Claudio Mencacci, direttore emerito di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente SINPF, ha definito l’insonnia come “l’insoddisfazione per la quantità o la qualità del sonno, associata alla difficoltà nell’iniziare e mantenere il sonno da almeno 3 mesi. Questo risulta pertanto perturbato da frequenti risvegli, con un conseguente impatto sulle ore diurne”. Matteo Balestrieri, Ordinario di Psichiatria all’Università di Udine e co-presidente SINPF, ha ricordato che oggi “disponiamo di terapie ad hoc che consentono di personalizzare la cura. I nuovi farmaci che agiscono sull’orexina, di cui oggi grazie all’estensione della prescrivibilità può avvantaggiarsi anche lo psichiatra, consentono di ottenere benefici a fronte del contenimento dei costi sociali e assistenziali dell’insonnia”. “Le caratteristiche di questa molecola non sono solo la sua maneggevolezza e la sua sicurezza, come hanno dimostrato gli studi che ne hanno valutato gli effetti collaterali, ma anche l’efficacia: la qualità e quantità del sonno rimane anche se il farmaco viene assunto per lunghi periodi”, ha sottolineato Luigi Ferini Strambi, professore ordinario di Neurologia all’Università Vita-Salute di Milano, direttore del Centro di Medicina del sonno dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano.

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