Nell’autunno e inverno 2021 e 2022 potrebbero esserci “dai 4 ai 6 milioni di casi di influenza vera, più le forme simil influenzali dei tanti virus meno invasivi. Con in più il Covid“. È un vero e proprio allarme quello lanciato a SkyTG24 da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano. Il cui appello è forte e chiaro: è opportuno che il più alto numero possibile di persone si sottoponga al vaccino.
“L’influenza è un problema sottovalutato, ma anche lei fa male. Nelle annate normali ha fatto subire dai 6 mila ai 10 mila morti“, ha sottolineato Pregliasco. Secondo cui c’è un aspetto da tenere in particolare sotto controllo. “Il problema di questo inverno saranno le diagnosi fra Covid e influenza. Per questo anche un adulto sano si dovrebbe vaccinare“, ha rimarcato.
“Quello che ci preoccupa è questo messaggio dell’Ecdc – ha aggiunto Pregliasco –. Ci sono due nuovi virus che stanno circolando. Questi potranno diffondersi più ampiamente e quindi l’effetto sarà in termini numerici“. E riguardo all’influenza “non è più o meno cattiva ogni anno. Diventa però un problema di sanità pubblica rispetto alla sua capacità di diffondersi. E da questo punto di vista, l’inverno che si prospetta non sarà piacevolissimo“.
Ecco dunque come si manifesterà il virus quest’anno. “Abbiamo già avuto dai laboratori le prime segnalazioni – ha spiegato Pregliasco –. È un classico pre-stagionale, la vera influenza anche quest’anno ce l’aspettiamo quando le temperature saranno basse e prolungate. Ma stiamo già vedendo e subendo forme influenzali dovute ai virus cugini che quest’anno stanno rialzando la cresta in tutto l’emisfero Nord e in Europa. E sono l’antipasto di quello che vedremo“.
Un virus, insomma, piuttosto aggressivo. Ma “che per fortuna risulta simile a quanto previsto nella composizione dei vaccini. In questo senso abbiamo il conforto che la vaccinazione antinfluenzale potrà essere sicuramente efficace“, ha rimarcato Pregliasco. Tuttavia l’influenza presenterà, come sintomi, febbre anche oltre i 38 gradi, dolori articolari e problemi respiratori. “Purtroppo con la variante Delta tutto questo somiglia tristemente al Covid“, ha spiegato il virologo. Ecco perché per distinguere le due forme potrebbero essere necessari i tamponi. Ma, soprattutto, “è necessario riprendere l’abitudine della vaccinazione antinfluenzale“.
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