Il sensore MiniMed™ 780G (Ahcl), uno dei più avanzati microinfusori per insulina e sensore glicemico messo a punto da Medtronic – leader globale in HealthCare Technology -, dotato di sistema di monitoraggio continuo dell’insulina a scansione intermittente, si è dimostrato più efficace nel trattamento del diabete di tipo 1 rispetto alle iniezioni multiple giornaliere (Mdi) di insulina. A indicarlo sono i risultati del nuovo studio Adap, pubblicati in una nota dall’azienda produttrice.

Lo studio nel dettaglio
La nuova ricerca, presentata in occasione della conferenza Advanced Technologies & Treatments for Diabetes (Attd) di Berlino, apre la strada alla possibilità di sottoporre sin da subito il paziente con diabete di tipo 1 a un trattamento con un sistema automatico di insulina (Aid) e a non dover attendere che diventi “idoneo” nel tempo. Attualmente, infatti, la terapia standard prevede un approccio iniziale con Cgm (monitoraggio continuo del glucosio) per il dosaggio dell’insulina, per arrivare a soluzioni automatizzate solo in una fase successiva: è questo il cosiddetto paradigma Cgm-first. “Oggi la maggior parte dei pazienti con diabete tipo 1 inizia la terapia con un Cgm per poi passare gradualmente a una terapia con un sistema integrato automatizzato. I risultati dello studio Adapt, ma anche di altri studi clinici su popolazioni pediatriche, dimostrano invece che l’utilizzo di una soluzione tecnologica avanzata fin dall’esordio della malattia offre vantaggi significativi non solo sul compenso metabolico e sul raggiungimento dei risultati attesi, ma anche sulla qualità di vita dei pazienti”, ha spiegato Ivana Rabbone, docente di pediatria presso la Scuola di medicina dell’Università del Piemonte Orientale e direttore della Struttura complessa di pediatria della Aou Maggiore della Carità di Novara.
“Le evidenze scientifiche – ha aggiunto la specialista -, ci dicono che l’adozione di un sistema automatico di insulina già dall’età pediatrica costituisce la migliore opzione di trattamento attualmente disponibile, soprattutto se si considera che è proprio in questa fascia d’età che viene prevalentemente diagnosticato il diabete di tipo 1: grazie alla tecnologia, possiamo oggi semplificare significativamente il percorso di cura aiutando i bambini – e ovviamente anche gli adulti -a convivere da subito con questa condizione, evitando lo stress di continui cambiamenti nella terapia e mitigandone per quanto possibile l’impatto nella quotidianità”.

I risultati
I risultati iniziali a 6 mesi della ricerca, condotta su adulti che non raggiungevano gli obiettivi glicemici, hanno dimostrato che gli utilizzatori del sistema Ahcl1 hanno registrato un aumento assoluto del 27,6% del time in range (Tir, ovvero la percentuale di tempo che il soggetto diabetico trascorre all’interno del periodo glicemico ottimale) e una riduzione dell’1,4% dell’HbA1C (emoglobina glicata) rispetto a coloro che utilizzavano Mdi + isCgm, senza un aumento del tempo di ipoglicemia. Percentuali che sono risultate maggiori durante la notte, con un aumento del Tir del 30,2%. Al termine dello studio, tutti i partecipanti in terapia con Mdi + isCgm sono passati al sistema ibrido avanzato ad ansa chiusa MiniMed™ 780G. A un anno, questi miglioramenti significativi sono stati riprodotti in questo gruppo di cross-over e sostenuti in quelli che hanno iniziato la terapia con Ahcl all’inizio dello studio.