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Coronavirus: simulazione 3D rivaluta ruolo dell’aria condizionata

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Dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma arriva uno studio che rivaluta il ruolo dell’aria condizionata, con gli opportuni filtri e trattamenti, nella prevenzione del Covid-19. La ricerca parte da una simulazione tridimensionale di un ambiente chiuso d’ospedale. Nel caso specifico si tratta di una sala d’aspetto di un pronto soccorso con diverse persone al suo interno, e parte da un colpo di tosse da parte di uno dei presenti, senza mascherina.

La ricerca del Bambino Gesù pubblicata su Environmental Research

La simulazione riproduce esattamente il movimento delle particelle biologiche nell’ambiente e l’impatto dei sistemi di aerazione sulla loro dispersione. Il risultato conferma che un efficace trattamento dell’aria condizionata può rivestire un ruolo importante nel prevenire la diffusione del coronavirus. La rivista scientifica Environmental Research ha pubblicato l’esito dello studio, condotto con lo spin-off universitario Ergon Research e la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).

Il punto d’avvio della simulazione, il cosiddetto spreader, è indicato in un colpo di tosse da parte di una persona senza mascherina. Questa, tossendo senza il dpi, sparge nell’aria migliaia di particelle contaminate. Con l’aria condizionata spenta, le persone più vicine alla persona che ha tossito respirano nel trenta secondi successivi al colpo di tosse l’11% di aria contaminata, con il fortissimo rischio di contrarre la malattia.

Come cambia l’impatto della contaminazione con l’aria condizionata attiva

Le cose però cambiano, in meglio, quando viene attivata l’aria condizionata. Considerando lo stesso lasso di tempo, a velocità standard le persone più vicine respirano il 2,5% dell’aria contaminata dal coronavirus e quelle più lontane lo 0,5%. A velocità doppia i più vicini al colpo di tosse respirano lo 0,3% di aria contaminata, i più lontani lo 0,08%. Non è una garanzia assoluta di prevenzione, tanto che l’utilizzo della mascherina non è minimamante messo in discussione. È comunque la testimonianza che il raddoppio della portata dell’aria condizionata in una stanza chiusa riduce la concentrazione delle particelle contaminate del 99,6%.

Francesca Del Vecchio

“Che altro avresti potuto fare?”. È la frase che mi ripetono tutti quelli che mi conoscono. Io, che sono ottimista, penso che intendano che sono nata per questo lavoro. La mia indole è un po’ vintage: se potessi, girerei dappertutto con penna e taccuino. Ma ho imparato a raccontare la realtà anche con strumenti più aggiornati: così è nata la mia passione per il giornalismo digitale. Sono coordinatrice di desk video per importanti editori nazionali, ma il mio primo amore è il mondo arabo, di cui scrivo quando posso (insomma: quelle poche volte che le giornate hanno 48 ore)

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