In Italia il numero dei contagi da coronavirus non cambia perché non ci sono misure sufficienti a raggiungere tale risultato. A dirlo, in un’intervista a Sky TG24, è stato Andrea Crisanti, il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova. “Abbiamo raggiunto un equilibrio tra la capacità del virus di trasmettersi e quella nostra di bloccarlo e quindi rimaniamo su questi livelli”, ha chiarito l’esperto.
Le misure adottate per contenere la trasmissione del coronavirus stanno funzionando? “Dipende dal risultato che si vuole raggiungere, e dal prezzo che si vuole pagare. Se si desidera mantenere in piedi le attività economiche e allo stesso tempo accettare un certo livello di trasmissione e magari il prezzo di 500 morti al giorno, la cosa sta funzionando”, ha affermato Crisanti. Secondo l’esperto, “si sarebbe dovuto costruire un efficiente sistema di tracciamento e sorveglianza per impedire al contagio di riprendere una volta ridotto il numero dei casi”.
“Ora la situazione è complicata dall’uso dei test rapidi, che a mio avviso sono veramente uno strumento di confusione di massa e lo dimostra il fatto che la percentuale di test rapidi positivi è molto più bassa di quelli molecolari, quindi significa che questi test antigenici qualche problema ce l’hanno. Il problema del controllo della trasmissione sul territorio non si risolve con i test rapidi. È chiaro che si sarebbe dovuto costruire un sistema: non è stato fatto e, a questo punto, nessuno ha la bacchetta magica”, ha proseguito Crisanti. “Si sarebbe dovuto intervenire a maggio/giugno. Potremmo teoricamente essere ancora in tempo, anche considerando i dati che ci sono sulla distribuzione del vaccino. Investendo su un sistema di tracciamento a interruzione della trasmissione sul territorio mentre aumenta il numero delle persone vaccinate si potrebbe ottenere un effetto sinergico potentissimo”, ha concluso.
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