Aviaria, focolaio in un allevamento di visoni in Spagna: cosa c’è da sapere

L'analisi della sequenza genetica del virus ha mostrato che gli animali sono stati infettati da una nuova variante. Secondo i dati riportati dallo studio, il virus non ha acquisito la capacità di trasmettersi all'uomo

Visone
Visone | Pixabay @ Nibman
newsby Matteo Bruzzese26 Gennaio 2023

Cresce l’attenzione intorno all’influenza aviaria dopo la scoperta di una mutazione rara del virus H5N1 in Spagna. In un allevamento di visoni a Carral, in Galizia, è stata infatti osservata la trasmissione da mammifero a mammifero.

L’epidemia nei visoni in Spagna

Secondo quanto riportato dalla rivista Nature, che cita una ricerca pubblicata su Eurosurveillance insieme all’analisi della sequenza genetica del virus, nell’allevamento a Carral nell’ottobre del 2022 il tasso di mortalità fra gli animali è passato dallo 0,25% allo 0,77% a settimana, con positività al test per H5N1.
Il sequenziamento ha mostrato che gli animali sono stati infettati da una nuova variante del virus e che parte del materiale genetico è associabile a un ceppo in circolazione tra i gabbiani. I responsabili dell’allevamento sono stati costretti ad abbattere tutti i 51.986 visoni della fattoria.
Tra i lavoratori, 11 sono stati a contatto con un animale infetto, ma tutti sono risultati negativi al test per il virus. Secondo i dati riportati dallo studio, il virus non ha acquisito la capacità di trasmettersi all’uomo.

Provette
Foto | Pexels @ Polina Tankilevitch

Il virus

Il virus trovato in Galizia appartiene alla famiglia responsabile dell’attuale epidemia di aviaria in Europa, indicata con la sigla 2.3.4.4b, e la mutazione T271A, trovata nel gene PB2, è diventata una sorvegliata speciale.
Nel caso osservato in Spagna l’allevamento è entrato in contatto con il virus dopo eventi di infezione nei volatili selvatici, poi si è verificata la trasmissione all’interno dello stesso allevamento.
In passato anche nel New England c’era stata un’altra epidemia tra mammiferi, che però riguardava le foche. Sono stati riscontrati casi anche negli Stati Uniti, dove sono state segnalate infezioni in circa una dozzina di specie, compresi procioni, volpi, foche e orsi grizzly.

virus H5N1 aviaria
Immagine di pubblico dominio | @ Cynthia Goldsmith Content Providers: CDC/ Courtesy of Cynthia Goldsmith; Jacqueline Katz; Sherif R. Zaki

I casi di aviaria in Europa

Secondo quanto riportato nella ricerca – svolta tra gli altri da Isabella Monne, Bianca Zecchin, Alice Fusaro, Francesco Bonfante, Edoardo Giussani e Calogero Terregino dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie insieme a Montserrat Agüero del Laboratorio cenrtrale di veterinaria del ministero spagnolo dell’Agricoltura, prima firma dell’articolo – occorre sorvegliare con attenzione la situazione in Galizia. Anche perché in Europa le segnalazioni sono frequenti: in Francia il virus dell’influenza aviaria dall’estate 2022 ha costretto ad abbattere 4,6 milioni di polli.
Si tratta però di casi diversi rispetto a quello del 2003 quando in un allevamento di polli in Olanda si sono verificati almeno 83 passaggi del virus dagli animali all’uomo, ma nessuna trasmissione da uomo a uomo. Anche il virus che circolava allora era molto diverso da quello osservato nell’allevamento spagnolo.
La sfida è riuscire a bloccare il virus che circola fra le specie selvatiche in modo da evitare che si verifichi il salto di specie, ovvero che il virus acquisisca la capacità di contagiare nuove specie, tra cui l’uomo, per assicurarsi la sopravvivenza.

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