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“Le vittorie non si aspettano, si conquistano. Combattendo nelle strade, nelle piazze, combattendo fino alla chiusura delle urne di lunedì alle 15. Nessuno si fermi, è tempo di combattere una battaglia politica“. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha incitato così i sostenitori del centrosinistra che hanno riempito piazza Vittorio Veneto a Macerata.
Il segretario del Partito Democratico si è recato nel capoluogo marchigiano per la chiusura della campagna elettorale del candidato presidente della Regione Marche Maurizio Mangialardi e del candidato sindaco Narciso Ricotta. “Dobbiamo evitare che dopo 300 giorni di pandemia, l’emergenza sanitaria si trasformi in tragedia sociale ed economica“, ha aggiunto Zingaretti.
Quindi un monito su ciò che potrebbe avvenire nei prossimi, difficilissimi mesi: “L’Italia è ferma tra la voglia di riscatto e il rischio che, se non si governano bene i territori, il Paese sprofondi nella crisi. La posta in gioco – ha incalzato Zingaretti – non è il destino di un candidato o una candidata. Non si combatte per il destino di un partito o di una alleanza. In gioco c’è il futuro dell’Italia“.
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Zingaretti si è quindi concentrato sulla Lega e sugli ultimi casi di cronaca e giudiziari in cui sono implicati diversi esponenti del Carroccio. “La legalità da quelle parti non va più tanto di moda, come stiamo vedendo in queste settimane e queste ore“, ha ironizzato il segretario del Pd.
“La sfida della democrazia italiana è questa. Non cedere, anzi, denunciare la degenerazione culturale di un Paese a cui non si indica mai una soluzione, ma sempre un capro espiatorio. La cultura dell’odio esiste. E io sono un garantista. Ma mi sono stancato della Lega, che è giustizialista con gli avversari ma sta zitta quando è coinvolta direttamente in quelle vicende“, è la conclusione di Zingaretti.
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