Stipendi: come aumenteranno nel 2024 con la nuova riforma fiscale

Nel 2024 gli stipendi continueranno ad aumentare e, se ci sarà l'atteso rallentamento della crescita inflattiva

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Newsby Giulia De Sanctis 9 Agosto 2023

Dopo l’approvazione della delega fiscale da parte del Parlamento, tutti gli occhi sono puntati sulla Nota di aggiornamento al Def (Nadef), il documento che il governo presenterà a fine settembre dove saranno chiarite le cifre in dote alla riforma della tassazione.

Per lavoratori e pensionati gli effetti in busta paga, con la diminuzione degli scaglioni Irpef, potrebbero essere visibili a partire dal prossimo anno, ma il governo punta a intervenire anche su tredicesime, premi di produttività e no tax area.

La legge delega nel dettaglio e l’aumento degli stipendi

Il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha ribadito l’intenzione dell’esecutivo di portare le aliquote Irpef da quattro a tre per poi arrivare gradualmente verso la flat tax, pur rispettando la progressività richiesta dalla Costituzione.

Stipendi
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La legge delega – che ha una validità di due anni – fissa solamente gli obiettivi della riforma fiscale e non dovrà portare oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche o aggravi della pressione fiscale.

Si punta dunque a rivedere le esenzioni fiscali – che in totale costano 165 miliardi – con i primi interventi che dovrebbero arrivare già con la prossima legge di Bilancio.

Tra gli obiettivi principali c’è la riduzione delle aliquote Irpef da quattro (23%, 25%, 35% e 43%) a tre. L’idea è quella di estendere quanto più possibile il primo scaglione (quello più conveniente per il contribuente e ad oggi riservato ai primi 15mila euro di reddito).

Ovviamente ciò porterà per molti a una crescita della busta paga, ma la domanda è quanti però ne beneficeranno, poiché appare piuttosto difficile pensare a un accorpamento delle due fase più basse (la seconda con l’aliquota del 25% si applica fino a 28mila euro di reddito).

Ipotizzando di arrivare a metà strada, quindi con una soglia di 25mila euro di reddito, il guadagno annuale in busta paga sarebbe di circa 200 Euro.

Inoltre, nel corso dell’ultimo passaggio alla Camera sono state inserite alcune modifiche, come l’impegno a tener conto nella revisione e riduzione dell’Irpef anche della composizione del nucleo familiare, prendendo in considerazione in particolare i nuclei familiari in cui sia presente una persona con disabilità, ma anche il fatto di avere una casa (sia di proprietà che in affitto), oppure aver svolto lavori per l’efficentamento energetico.

Tutte modifiche che, se confermate, dovrebbero tradursi in un ulteriore risparmio per il contribuente.

L’obiettivo è di portarla al 15% su una retribuzione aggiuntiva di fine anno pari a 1000 Euro e al lavoratore entrerebbero in tasca circa 80 Euro in più di quanto accade ora con la tassazione al 23%.

La riforma fiscale potrebbe intervenire anche sulla detassazione degli straordinari, ma è ancora presto per conoscere le risorse effettive che il governo avrà a disposizione in manovra. Potrebbe proseguire con la riduzione della tassazione sui premi di produttività, in linea con l’intervento dell’ultima Legge di bilancio che ha abbassato l’aliquota sui premi di produttività dal 10 al 5% entro il limite di 3mila Euro.

La riforma potrebbe mettere mano alla no tax area: la soglia di reddito sotto lo Stato non applica alcuna tassazione. L’idea è uniformarla per lavoratori dipendenti e pensionati, oggi rispettivamente fissate a 8174 Euro a 8500 Euro.

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