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“Ricordo che la dichiarazione dello stato di emergenza è prevista dal Codice di Protezione Civile. Una fonte, quindi, di rango primario e di carattere generale. La cui legittimità è stata peraltro vagliata positivamente dalla Corte Costituzionale. Ma questa cosa, a quanto sentito da una parte degli interventi ieri in Senato, purtroppo sembra ancora sfuggire“. Lo dice il premier Giuseppe Conte in Aula alla Camera, aprendo le sue comunicazioni sulla proroga dello stato di emergenza per il Coronavirus.
“La dichiarazione dello stato di emergenza – insiste Conte – costituisce il presupposto per l’attivazione di una serie di poteri e di facoltà necessari per affrontare con efficacia e tempestività le situazioni emergenziali in atto. In particolare per fare intervenire il sistema della Protezione Civile. Il più intenso di questi è il potere di ordinanza. Uno strumento fondamentale per realizzare interventi che non potrebbero essere attuati con analoga speditezza. La proroga è una facoltà espressamente riconosciuta dalla legge e attivabile quando si renda necessaria la prosecuzione degli interventi. Esigenza verificatasi 154 volte dal 2014 ad oggi“.
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Conte quindi vuole porre l’attenzione su un punto fondamentale: “Il governo sta operando questa valutazione sulla base di mere istanze organizzative, operative. Non certo perché si vuole fare un uso strumentale dello stato di emergenza. Magari, come qualcuno si è spinto ad affermare, per assumere un atteggiamento liberticida, per reprimere il dissenso o ridurre la popolazione in uno stato di soggezione. Sono affermazioni gravi, che non hanno nessuna corrispondenza nella realtà“.
“Se non si condivide la necessità di tale proroga, lo si dica in modo franco al governo. Ma non si faccia confusione con la popolazione. Perché oggi sui social c’è qualche cittadino convinto che prorogare lo stato d’emergenza significhi rinnovare il lockdown dal primo agosto. Non è affatto così“, aggiunge Conte.
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“La dichiarazione di proroga dello stato di emergenza non lede la nostra immagine all’estero, anzi. L’Italia viene vista come un Paese sicuro. Anche il dibattito parlamentare dovrebbe attenersi a profili giuridici e tecnici senza drammatizzare. Perché questa drammatizzazione potrebbe creare nocumento all’immagine dell’Italia all’estero“, conclude il Premier nell’ambito del suo intervento alla Camera.
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