Schlein attacca il governo: le dichiarazioni

"Meloni non è una commentatrice, è la presidente del Consiglio. Guida un Governo che non ha fatto nulla contro l'inflazione"

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Newsby Lavinia Nocelli 29 Giugno 2023

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha attaccato il governo da Bruxelles, dove si trova per una serie di incontri con le alte istituzioni europee. Si torna a dibattere sul Mes, il Pnrr, la guerra in Ucraina e il Pnrr, ma soprattutto sulla decisione della Bce di rivedere al rialzo i tassi di interesse. Se da una parte Meloni ha criticato aspramente questa decisione, dall’altra parte Schlein e il suo partito hanno attaccato duramente l’esecutivo. “Meloni non è una commentatrice, è la presidente del Consiglio. Guida un Governo che non ha fatto nulla contro l’inflazione, a differenza di altri paesi. Non arrivano risposte, ma solo reprimende verso l’ennesimo nemico di comodo”, ha commentato Peppe Provenzano, deputato e responsabile esteri del Pd. 

Le parole della nostra premier non paiono però aver convinto la Lagarde e mentre le banche realizzano extraprofitti record le famiglie e le imprese, soprattutto quelle più piccole, rischiano di essere strangolate dall’aumento del costo del denaro”, ha dichiarato Andrea Orlando, deputato ed ex ministro. Secondo Schlein, questo sarebbe un altro scaricabarile verso un altro “capro espiatorio del governo”: la Banca Centrale Europea. Diversamente, la segretaria ha sottolineato come il Pd abbia individuato tre interventi: una legge sul salario minimo, un intervento per arginare il caro affitti, e rendere strutturale il taglio al cuneo fiscale

Sul Pd

Proprio sul salario minino, tuttavia, il Pd tenta di trovare un accordo con le opposizioni in Parlamento. Una collaborazione che, dopo l’incontro tenutosi mercoledì 28 giugno tra gli esponenti di Pd, M5s, Avs e Azione, sembra essere più vicina. “Nessun patto dell’ascensore con Calenda“, ha tuttavia precisato Schlein.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni
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Un’alternativa di governo alla destra non è però qualcosa che si costruisce in poco tempo, ha sottolineato la segretaria, che è tornata a ribadire come il centrosinistra non possa essere ricostruito in tre mesi. Davanti, dunque, c’è un lavoro ancora molto lungo. “Ricostruire il rapporto con quei ceti in difficoltà che hanno rinunciato ad andare a votare”, è la prima cosa da fare per Schlein. Si continua a riflettere, allora, su ciò che non ha funzionato fin qui, soprattutto in seguito alla recenti sconfitte alle amministrative e in Molise. Secondo una fonte della minoranza interna, “è la narrazione che pesa sui risultati più dei singoli provvedimenti. Il racconto è quello di una sinistra movimentista, prima ancora che quello di un partito che aspira a governare il Paese. Anche se, nei fatti, non è così”. In parole povere, lo standing di Schlein rischia di essere poco attrattivo per quella fetta di elettorato che rimane lontana da alcune visioni della segretaria, e a cui però il Pd chiede ancora supporto. 

Tuttavia, per costruire una valida alterativa, la responsabilità non è solo nelle mani del Pd. “Non siamo riusciti a costruire un progetto alternativo credibile anche per la mancanza di compattezza nelle forze politiche dell’opposizione. Noi siamo al centro di questo lavoro, ma è difficile costruire qualcosa se i Cinque Stelle vanno malissimo, come abbiamo visto in Molise”, ha spiegato un esponente dem vicino all’area di Base Riformista. E il Terzo Polo non aiuta: “Anche Calenda non ottiene i risultati sperati e Italia Viva non riesce nemmeno a eleggere un suo consigliere in Molise”. Il Partito deve consolidarsi, dunque, al di là delle alleanze: “Dobbiamo tornare a dialogare con i ceti produttivi, con il Nord del Paese, che fino a oggi hanno cercato rappresentanza nel Terzo Polo. Se il Pd non fa questo rischia di sbilanciarsi e di non assolvere alla propria funzione“.

La situazione in Emilia

Nel frattempo, Francesco Paolo Figliuolo è stato scelto come commissario alla ricostruzione in l’Emilia-Romagna, Marche e Toscana. Sono state diverse le voci che si sono alzate a seguito della nomina, tra contrari e favorevoli. “Una scelta sbagliata”, per la segretaria dem.

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