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Salvini e la mozione contro Speranza: “Il mio voto? Mi fido di Draghi”

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Matteo Salvini intercettato dai giornalisti a Roma torna a spiegare i motivi per cui la Lega non ha appoggiato la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Salute, Roberto Speranza. “La nostra linea è quella di spingere verso la commissione d’inchiesta parlamentare. Che vale ben più di una mozione, e spero possa trovare i numeri in Parlamento“, afferma il segretario della Lega.

Salvini su Speranza: “Non voto per mandare a casa Draghi”

Salvini insiste sull’operato della Lega, e su un voto che avrebbe fatto tremare la tenuta dell’intero Governo. “Quella di oggi era una mozione per mandare a casa Draghi. E io Draghi non lo mando a casa, mi fido di lui. Nel momento in cui Draghi dice che Speranza ha la sua fiducia, io do fiducia a Draghi“, spiega il leader del Carroccio dall’esterno di Palazzo Madama.

Le frecciate nei confronti del ministro della Salute, comunque, proseguono. “Io spero che Arcuri possa essere presto un collega di Speranza e viceversa. Io preferirei Sileri come ministro, tutta la vita. Massimo rispetto per lui, che pure è del M5s. Non voto con Meloni, perché non faccio saltare il governo Draghi per il signor Speranza. Con 200 miliardi in ballo e una pandemia in corso. Ho dimostrato che stare dentro è utile“, aggiunge infatti Salvini.

Il messaggio a Meloni: “Meglio battagliare da dentro che protestare da fuori”

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Quindi Salvini manda un ulteriore messaggio a Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, in prima linea contro il Governo anche in queste ore. “Stare fuori e protestare non è produttivo, e questo è un messaggio per tutti – afferma –. Io voglio vedere come vota il Parlamento su un atto concreto come la commissione d’inchiesta. Ci sono di mezzo 120 mila morti. Io non ho asce di guerra con nessuno. Chiedo solamente che gli italiani possano tornare a lavorare“.

Infine il segretario della Lega rivendica il lavoro svolto dal suo partito per rendere praticabili le riaperture, seppure parziali, del 26 aprile. “Se oggi io ho mangiato il galletto arrosto seduto al ristorante a Roma è perché noi abbiamo insistito affinché quel ristoratore potesse tornare a lavorare. Stare dentro il Governo e battagliare è complicato, ma dà soddisfazione quando i risultati si raggiungono“, conclude Salvini.

Davide Di Carlo

Classe 1986, abruzzese cresciuto a Roma, sono assistente universitario e autore di una pubblicazione e di un romanzo. Appassionato di Medio Oriente e politica, seguo i lavori delle istituzioni italiane. Sono laureato in Scienze della Comunicazione, ramo politico-istituzionale, presso l’Università di Roma Tor Vergata. Dal 2017 sono un giornalista pubblicista.

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