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Salvini a Fedez: “Gli ho chiesto un incontro, per ora niente risposte”

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Prosegue a distanza (ma non troppo) la polemica tra Fedez e la Lega. La querelle, iniziata al Concerto del Primo Maggio con tanto di esternazioni a favore del Ddl Zan e contro pesanti dichiarazioni di esponenti del Carroccio, non accenna a placarsi. Tanto da indurre lo stesso Matteo Salvini a tornare sull’argomento, rivolgendosi direttamente all’artista.

Salvini a Fedez: “Incontriamoci, anche nel tuo attico”

Fedez? Gli ho proposto di vederci. Con telecamere o meno, anche nel suo attico se vuole. Per ora non c’è una risposta. Così parliamo serenamente di arte e libertà. Gliel’ho proposto da tempo, già prima del concertone. L’Italia ha altre emergenze“, ha dichiarato sulla vicenda Salvini. Quindi il segretario della Lega è passato al capitolo Rai: “I cinquestelle hanno occupato ogni angolo, ogni scantinato e ogni posacenere della Rai con il Pd. La vicenda di Rai3 è tutta in casa della sinistra. Noi presenteremo una nostra proposta“.

Ma Salvini ha trattato anche altri argomenti legati all’attualità: “Stanotte il Senato ha migliorato il Paese. Tra i tanti emendamenti approvati, dopo quindici anni di attesa è stata riconosciuta ufficialmente la lingua dei segni. L’Italia era l’ultimo Paese Ue a non avere riconosciuto la lingua italiana dei segni come lingua ufficiale. Durigon? Penso sia arrivato a dieci querele. Rappresenta un amico e una risorsa“.

Il messaggio agli altri “nemici”: “Politica con minacce diventa violenza”

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Passando alle proposte che la Lega intende portare all’ordine del giorno, invece, ecco cosa ha dichiarato Salvini: “Stiamo portando all’approvazione alcuni emendamenti per difendere i prodotti italiani da alcune normative internazionali. Difendere la terra è fondamentale. Stiamo approvando anche alcune proposte per dare lavoro ai giovani, per proteggere un patrimonio“.

Ultimo capitolo dell’intervento di Salvini è dedicato non più a Fedez, ma altri suoi “nemici”: “Minacce? Quando la politica diventa minaccia non è più politica, è violenza. E deve essere condannata. Report? Non ho visto il servizio. Io di esponenti dei servizi ne ho incontrati a decine. Mi sembra normale“.

Lorenzo Sassi

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