POLITICA

Sala inquadra il rischio lockdown: i tre punti del sindaco di Milano

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La cosa che mi preoccupa è che ho l’impressione che si voglia creare l’idea di un partito del no al lockdown, rappresentato da me e dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e un partito del sì al lockdown rappresentato dal ministero della Salute. Non è così“. Lo ha spiegato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in un video sulle sue pagine social.

Però io vi voglio dire tre cose rispetto a quest’idea del lockdown, che sta ormai serpeggiando – ha proseguito Sala –. La prima è che se il lockdown s’ha da fare io, sindaco del Comune di Milano, da padre di questa comunità voglio essere coinvolto. Voglio vedere i dati e voglio essere partecipe della decisione. Non voglio vedere l’ipotesi sui giornali, fatta filtrare, e anzi comunicata da un consulente del ministero della Salute. Chiedo di essere partecipe. E così il sindaco di Napoli“.

Le domande di Sala e l’appello al governo

Sala è quindi andato avanti sull’analisi di ciò che si aspetta nel caso in cui il lockdown sia effettivamente varato. “Seconda cosa. Non è che noi non rischiamo di andare verso un lockdown. Ma abbiamo messo in atto misure che sono già dolorose. Pensate ai ristoratori, ai bar, a tutti coloro che fanno parte della comunità dello spettacolo, ai tassisti, allo sport. Ora, vogliamo vedere che effetto hanno queste azioni? Vogliamo darci qualche giorno di tempo? Perché il giorno dopo queste misure si esce già dicendo che forse si fa il lockdown? Altrimenti perché le abbiamo fatte?“, si è domandato il sindaco di Milano.

E poi – ha concluso Sala – c’è un terzo motivo. C’è una mano che toglie e c’è una mano che dà. Se dovessimo andare verso un lockdown generale, io voglio capire come funziona la mano che dà. Quindi il mio governo mi deve dire come mi aiuta con la comunità milanese. E come chi sarà in difficoltà sarà sostenuto“.

Francesca Del Vecchio

“Che altro avresti potuto fare?”. È la frase che mi ripetono tutti quelli che mi conoscono. Io, che sono ottimista, penso che intendano che sono nata per questo lavoro. La mia indole è un po’ vintage: se potessi, girerei dappertutto con penna e taccuino. Ma ho imparato a raccontare la realtà anche con strumenti più aggiornati: così è nata la mia passione per il giornalismo digitale. Sono coordinatrice di desk video per importanti editori nazionali, ma il mio primo amore è il mondo arabo, di cui scrivo quando posso (insomma: quelle poche volte che le giornate hanno 48 ore)

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