POLITICA

Regioni, è scontro sui posti a sedere: “Via il limite di 4 per tavolo”

Quante persone potranno concretamente sedersi a tavola nei ristoranti al chiuso in zona bianca? Il tema continua ad essere controverso, e ha scatenato una nuova polemica tra il Governo e le Regioni. A riferirlo è l’Ansa.

Il nodo dei posti a sedere nei locali

Al momento, infatti, il Governo prevede che i locali possano ospitare al massimo quattro commensali per ogni tavolo. Questo anche in accordo con quanto prescritto dal Comitato tecnico scientifico. Una rilettura, però, che non convince buona parte del Centrodestra (anche nelle sue componenti che costituiscono la maggioranza). E, soprattutto, le Regioni.

Queste ultime, infatti, ritengono la misura troppo restrittiva per l’attuale situazione che l’Italia presenta nel contrasto all’emergenza Coronavirus. “Il tavolo tecnico dove sarà affrontata la questione del limite di quattro persone al tavolo nei ristoranti segue la richiesta in tal senso inviata ieri dalla Conferenza delle Regioni“, spiega infatti l’Ansa, citando fonti vicine alle stesse Regioni.

Il punto di vista delle Regioni

L’ipotesi del limite di quattro persone al chiuso – si aggiunge ancora – non è stata proposta ufficialmente alle Regioni e non trova riscontro. Nelle interlocuzioni ieri sera si è fatto presente che, considerato come le decisioni assunte sino ad ora (linee guida in primis) siano sempre state condivise in un clima assolutamente collaborativo e di rispetto istituzionale, ha sorpreso che l’interpretazione del governo sul tema sia avvenuta in maniera autonoma“.

Sulla vicenda si è quindi espresso il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. In base all’opinione di quest’ultimo, occorre “dare assolutamente delle prospettive ai cittadini e bisogna considerare in maniera diversa le zona gialle da quelle bianche. Almeno per i ristoranti all’aperto in zona bianca si arrivi a togliere il vincolo del limite massimo di quattro persone al tavolo. Sarebbe un primo segnale di distensione“. Un punto di vista, di fatto, identico a quella proposta proprio dalle Regioni.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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