POLITICA (Roma). “Una giornata unica dove riunire elezioni regionali, comunali e referendum per il taglio dei parlamentari non è una buona idea“. Massimo Villone, professore universitario, costituzionalista e attivo nel comitato per il “no” al referendum boccia l’idea lanciata ieri dal ministro d’Incà. “Si mischiano temi di politica regionale, locale con temi ben più ampi come quelli contenuti nel referendum. È una questione di democrazia – prosegue Villone- che dopo questo periodo di pandemia ne esce un po’ ammaccata. Io mi fido del popolo italiano meno della sua classe dirigente. Il 110 e lode lo darei quindi ai cittadini non certo alla politica“.
“Dopo la riforma del titolo quinto, il taglio dei parlamentari è probabilmente la riforma costituzionale più importante che noi andiamo a fare, perché avrà delle conseguenze molto profonde sul sistema politico, sull’architettura istituzionale e sulla rappresentatività”, spiega Villone. È proprio l’importanza di questo referendum a indurre il docente a storcere il naso all’idea di un “Election day”, che finirebbe per mischiare una questione di respiro nazionale con delle tematiche maggiormente locali. Parlando delle conseguenze dell’emergenza sanitaria sulla democrazia, il professore critica l’assenza di un dibattito parlamentare e di votazioni in grado di riflettere il punto di vista del Paese sulle azioni del governo.
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