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Quirinale: il voto per il Colle ai tempi del Covid, spiegato bene

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L’esperienza del Covid incide sull’elezione del Capo dello Stato, da qui l’importanza di tutti gli elettori. Tutti sottostanno alle attuali norme vigenti anti Covid. Questi elettori assolvono però a un dovere costituzionale che deve essere protetto“. Così Francesco Clementi, costituzionalista e professore associato presso l’Università di Perugia, spiega come funzionerà l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Una corsa al Quirinale particolare, anche perché avverrà in epoca di pandemia.

Quirinale: chi voterà, quando e come

Come noto, il voto per il Quirinale vedrà coinvolta un’Assemblea di oltre mille persone. “Lunedì 24, alle ore 15, 630 deputati, 315 senatori e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione tranne la Valle d’Aosta che ne ha uno, saranno chiamati a cominciare le votazioni per l’elezione del tredicesimo Presidente della Repubblica. Lo faranno nel rispetto del principio di maggioranza, e soprattutto nella tutela delle minoranze. Questo è ciò che prevede la Costituzione“, ricorda il professor Clementi.

La Costituzione italiana in merito non prevede un regolamento ad hoc per l’elezione del Capo dello Stato“, sottolinea quindi. Poi ricorda quali saranno i passi dalle votazioni al Quirinale: “L’elezione è presieduta dal Presidente della Camera, e che quindi è sotto l’ombrello del controllo del Regolamento della Camera dei Deputati. Tuttavia ci sono due vincoli importanti scritti nel testo costituzionale. Il primo è che l’elezione è a scrutinio segreto. Il voto dell’elettore presidenziale, dunque, non è riconoscibile. Il secondo, notissimo, riguarda il quorum. Dalla prima alla terza votazione sono necessari due terzi dei voti per esprimere il Presidente della Repubblica“.

Che cosa serve per diventare Presidente della Repubblica

Il prossimo inquilino del Quirinale, pertanto, dovrà raccogliere 673 voti su 1009 fino alla terza votazione. Dalla quarta, invece, ne basteranno 505 per diventare Presidente della Repubblica. “A questo vincolo molto importante, il testo costituzionale aggiunge un terzo elemento importantissimo. Ossia le caratteristiche che deve avere il Capo dello Stato“, aggiunge Clementi.

Per essere eletto Capo dello Stato bisogna avere almeno 50 anni, bisogna godere di diritti civili e politici e bisogna avere la cittadinanza italiana“, ricorda Clementi. Per poter ambire al Quirinale, la Costituzione non aggiunge altro: “Tutti gli altri elementi non sono previsti dal testo costituzionale. Da qui emergono ulteriori caratteristiche che la prassi ha confermato. E cioè che non ci si candida per diventare Presidente della Repubblica, e che tutto quello che avviene nel dialogo tra i partiti è incentivato dalla Costituzione tramite questi quorum“.

La cosa al Quirinale in epoca di Covid

Ma la corsa al Quirinale, in epoca di Covid, prevede ulteriori problematiche da non sottovalutare. “L’esperienza della pandemia Covid naturalmente incide anche nell’elezione del Capo dello Stato – ricorda Clementi –. Diventa quindi fondamentale il voto di tutti e 1009 i Grandi Elettori. Come tutti noi, infatti, devono sottoscrivere le regole previste per la circolazione relativamente al Covid“.

Una situazione che, però, fatalmente presenta delle deroghe rispetto alle restrizioni di ogni cittadino. “Oggi i Grandi Elettori assolvono a un voto che va protetto. Va infatti protetta la funzione costituzionale del loro voto. Che è anche un dovere costituzionale“, sottolinea il professore. E questo inciderà sui voti per il Quirinale.

I Grandi Elettori e il Green Pass per arrivare a Roma

Ne consegue una situazione molto specifica: “È stato chiesto alla Corte Costituzionale, a mio avviso correttamente, di poter votare anche senza Green Pass. La richiesta arriva da un gruppo di elettori presidenziali. E mira a poter raggiungere Roma con i mezzi di trasporto pubblico. Si tratta di un problema molto serio in particolare per chi vive nelle Isole“. Sul punto, Clementi non ha dubbi. In particolare data l’importanza del voto sul Quirinale: “La risposta dell’ordinamento dovrebbe essere molto precisa e puntuale. E consentire loro di venire a votare. Perché si tratta di un diritto di voto basico“.

C’è poi un ulteriore nodo nell’ormai imminente corsa verso il Quirinale. “L’altro problema è che qualcuno possa essere positivo o in quarantena. Sarebbe quindi opportuno e necessario istituire dei seggi Covid. Si tratterebbe, più esattamente, di Covid Hospital. Una soluzione del genere consentirebbe a costoro di poter votare in sicurezza. Il tutto senza al tempo stesso rischiare di infettare gli altri o essere messi in condizioni di pericolo. Si potrebbe apportare una soluzione del genere, utilizzando l’esperienza repubblicana che noi tutti conosciamo“. conclude il professore.

Redazione

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