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POLITICA

Quirinale, terza fumata nera: manca l’accordo sul nome

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Continua la corsa per il Quirinale e come previsto, anche oggi nulla di fatto a Montecitorio. La terza fumata nera di seguito chiude la prima tornata di votazioni dove era necessario raggiungere il quorum di 673 voti. Dalla quarta votazione in poi sarà sufficiente la maggioranza assoluta più uno dei Grandi elettori, ovvero 505.

Ennesima pioggia di schede bianche quelle lette dal presidente della Camera Fico, anche se in netto calo. Moltissime le nomine (oltre 100) a Guido Crosetto, fortemente voluto da Fratelli d’Italia. Anche oggi tanti voti sono stati destinati a Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato uscente, sebbene più di una volta abbia ribadito l’intenzione di non correre per un secondo mandato, è stato il più votato con più di 120 preferenze.

Quirinale, lo spoglio dei voti

Svariati voti anche per il magistrato Paolo Maddalena, risultato il più votato nei primi due scrutini per il Quirinale e ora sopra quota 60 dopo il terzo. Alle sue spalle di una manciata di preferenze c’è Pier Ferdinando Casini. Maddalena ha però dichiarato oggi che non ha intenzione di continuare la corsa al Colle.

Che la votazione di oggi sarebbe finita in un nulla di fatto era già nell’aria da giorni. Oggi ci saranno ancora numerosi incontri tra le coalizioni nel tentativo di trovare un nome non divisivo e super partes. Il tris di nomi proposti dalla coalizione del cdx non ha incontrato le aspettative del centrosinistra, ma Salvini e Meloni potrebbero già domani puntare alla nomina della presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Il “nuovo” nome di Crosetto: imbarazzo Lega, fastidio Pd

Sulla scelta di votare Crosetto per il Quirinale, gli altri partiti di centrodestra hanno inizialmente deciso di glissare. “Oggi c’è stato un vertice del centrodestra con i leader. Io non ho nulla da dichiarare, non posso rispondere a nulla. In questi frangenti meno si dice e meglio è“. Così Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, si è limitato a rispondere ai cronisti che gli chiedevano se la Lega fosse al corrente della decisione di Fratelli d’Italia.

Molto critica sulla decisione non solo di votare Crosetto, ma di avanzare candidature al Quirinale spiccatamente politiche è stata invece Laura Boldrini. “La svolta ci sarà quando la destra non porterà candidature di partito. Se dobbiamo trovare una figura condivisa, bisogna avere un altro approccio e smettere di fare conferenze stampa in solitaria“, ha commentato la deputata Pd. “A differenza di altre situazioni, qui è più complicato. Perché l’elezione del capo dello Stato impatta direttamente sulla tenuta del governo. L’ideale sarebbe riuscire a fare un’elezione condivisa e che il governo arrivi a fine legislatura. Riusciranno? La risposta ancora non si conosce“.

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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