POLITICA

Presidente della Repubblica? No, “Capo del Regno di Sardegna”: caos Solinas

L’elezione del nuovo Presidente della Repubblica rappresenta la possibilità di riscattare una verità storica troppo a lungo obliterata. Chiunque eletto, infatti, sarà il 40esimo Capo dello Stato nato nella nostra Isola 698 anni fa col nome di Regno di Sardegna“. E in Sardegna, appunto, è il caos.

“Repubblica Italiana, ma più correttamente Stato di Sardegna”: il comunicato

Non sarà solo il 14esimo Presidente della Repubblica Italiana, ma più correttamente il 40esimo Capo di quello Stato che, nato il 19 giugno 1324 a Cagliari-Bonaria, vive da allora e fino ai nostri giorni senza soluzione di continuità“. Questo il messaggio ufficiale, perché pubblicato sul sito della Regione, del governatore della Sardegna, in area Lega, Christian Solinas. E che tante polemiche sta scatenando in queste ore sull’Isola.

Quasi 700 anni di storia d’Italia – ricorda il Presidente Solinas sul sito della Regione – che ha nel suo DNA la nostra Isola, protagonista non solo della sua fondazione statuale, voluta da Papa Bonifacio VIII che infeudò lo Stato a Giacomo I (II d’Aragona), ma di tutte le sue fasi storiche nel corso dei secoli. Dalla sua istituzione, fino alla trasformazione nominale in Regno d’Italia nel 1861 dopo l’annessione di tutti i sei Stati peninsulari preunitari, e fino al referendum popolare del 1946 che lo ha trasformato in Repubblica Italiana, ciò che ha sostenuto lo Stato sardo nel corso del tempo è stato comunque un cambiamento costituzionale che non ha interrotto la continuità storica dello Stato stesso“, sostiene Solinas. Uno Stato, secondo la sua lettura, “di cui siamo tutti noi cittadini, insulari e peninsulari“.

Solinas: “Presidente della Repubblica ripristini verità storica”

Una piena e ininterrotta continuità – prosegue il Presidente Christian Solinas – che, come più volte attestato dallo storico Francesco Cesare Casula, ha nella Sardegna una figura di assoluto e primario risalto“. Motivo per cui l’elezione del Presidente della Repubblica deve essere accompagnata a un riconoscimento al ruolo della sua terra per la storia d’Italia. Così sostiene il suo governatore.

Sono onorato di rappresentare, insieme agli altri rappresentanti della nostra Regione, non solo l’Istituzione Autonomistica, ma anche ogni singolo cittadino sardo, condividendone le giuste speranze e aspettative nei confronti della persona che assumerà l’alto onore di rappresentare l’intero Paese, a partire dal ripristinare questa verità storica restituendo all’Isola il giusto ruolo che le compete nella costruzione dello Stato che oggi tutti conoscono“. Uno Stato “per il quale specialmente i Sardi, in ogni tempo e da ultimo nella Prima Grande Guerra, hanno pagato un costante tributo, anche di sangue, troppo spesso dimenticato“, ha concluso Solinas. Che, come il suo ruolo impone, è tra i Grandi Elettori per il Presidente della Repubblica.

In Sardegna c’è chi insorge: “Era regno farlocco”

Una visione che ha scatenato immediate reazioni e critiche a partire dalla stessa Sardegna. Tra esse quella di Franciscu Sedda, professore dell’Università di Cagliari. “Oggi tu ti fai vanto che la Repubblica italiana sia erede di quel regno farlocco. Noi invece difendiamo con le unghie e con i denti, con passione e con coscienza, la memoria di libertà del nostro popolo e della nostra nazione“, il suo post sulla pagina dell’associazione culturale ‘A Innantis’. “Questa visione della Sardegna nella storia è terribilmente ridicola, ma al tempo stesso terribilmente efficace. Perché spiega tutto e soprattutto, rassicura tutti. Compresa la sinistra“, ha commentato invece il giornalista Vito Biolchini. E l’elezione del Presidente della Repubblica, in Sardegna, diventa un affare di stato. O per qualcuno, forse, di Regno.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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